Alla conferenza, moderata da Mirko Pierri, direttore artistico dell’associazione “a.DNA” ideatrice del progetto, parteciperanno il sindaco di Battipaglia, Cecilia Francese, gli assessori Davide Bruno e Monica Giuliano, il direttore di Terra Orti (sponsor del restauro) Emilio Ferrara, i dirigenti del Liceo Artistico di Eboli Giovanni Giordano e della scuola Fiorentino Dario Palo. L’intervento conclusivo è affidato a Tania De Cesare Battipede e a Nicolò Battipede, moglie e figlio di Carmine.
Durante la conferenza sarà proiettato un documentario, girato da Benedetto Battipede, che dà voce a quei bambini che nel 1984 hanno partecipato al Festival continuando a conservarne il ricordo da adulti.
Ed è questo il fulcro centrale intorno a cui si sviluppa il restauro del murales di Vota: raccontare ai bambini di oggi cosa è stato il Festival e farlo raccontare dai protagonisti principali di quell’iniziativa unica e irripetibile per Battipaglia.
La tre giorni di street art è cominciata con gli alunni della scuola “Fiorentino” di Battipaglia “trasportati” nel 1984 da Francesco Di Concilio che, con il suo “quaderno del tempo”, ha fatto rivivere l’atmosfera magica del Festival.
Prima della conferenza, alle 17 in piazza Risorgimento, sarà scoperta una targa in memoria di Carmine Battipede.
“La conferenza di domani – spiega Mirko Pierri – farà il punto su come è stata sviluppata la prima parte della ricerca storica e artistica iniziata con il progetto “SPES”, ripercorrendo i momenti salienti di tutte le attività concretizzate in questi giorni. “
“Un ringraziamento particolare – conclude Mirko – va alla società cooperativa Terra Orti che ha supportato questo progetto fin dall’inizio, senza la quale tutto questo non sarebbe stato possibile. In un momento storico durante il quale pochissimi fondi vengono destinati alla cultura, l’esempio di Terra Orti è un unicum che dimostra come le collaborazioni tra imprenditoria ed enti culturali possano generare un impatto concreto sul territorio ed essere il motore per una nuova rinascita economico-culturale con un impatto sociale positivo per la comunità che ne trae benefico. Un’area che ha la possibilità di crescere anche grazie all’apporto di un “turismo alternativo”, di fatto assente, che potrebbe essere attratto proprio dalla presenza di interventi di arte contemporanea urbana oltre che dai già ben noti, ma ancora poco valorizzati, prodotti enogastronomici locali.”
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