L’attentato terroristico in se è un’azione razionale sorprendente che bilancia immediatamente le forze con il nemico (lo Stato) in un arco temporale strettamente limitato. Lo scrive Franco Iacch su Il Giornale.it
Londra, ieri pomeriggio
Un 28enne di origini pachistane armato di coltello ferisce i pedoni che stanno transitando sul London Bridge. L’assalitore, bloccato dai civili, è stato poi eliminato dalla polizia. Sarebbero almeno dieci le persone accoltellate. I due feriti più gravi sono morti. Sul cadavere dell’assalitore, Usman Khan di 28 anni, già condannato per reati di terrorismo ed in libertà condizionata con il braccialetto elettronico alla caviglia, è stata rinvenuta anche una cintura esplosiva che si rivelerà essere falsa. Nelle ultime settimane nella capitale inglese sono stati registrati diversi casi di accoltellamenti.
L’Aia, ieri sera
Poche ore dopo l’attacco di Londra, un altro episodio simile è avvenuto a L’Aia, città sede del parlamento olandese e del governo dello Stato. Tre minorenni sono stati feriti nella Grote Marktstraat, la principale strada commerciale della città, da un uomo di carnagione scura di circa 45 anni. L’assalitore, con indosso una tuta grigia da jogging, dopo aver accoltellato i passanti (probabilmente a caso)è sparito nel nulla.
La “bomba” di Parigi
Poche ore dopo i fatti di Londra e L’Aia, la stazione Gare Du Nord di Parigi è stata evacuata per un presunto pacco sospetto abbandonato. All’interno di una valigia abbandonata è stato rinvenuto un apparente proiettile di mortaio. Si rivelerà essere inerte. Quella della Gare Du Nord sarebbe stata le terza allerta bomba registrata nella giornata di ieri dalla compagnia ferroviaria SNCF.
Coincidenze o attacco multiplo?
In queste ore sono più le domande che le certezze. Solo per un attimo ipotizziamo che quanto avvenuto ieri fosse stato premeditato ed organizzato. Stiamo ragionando per assurdo. Se fossero state cellule organizzate con un qualche tipo di contatto con una organizzazione terroristica, avrebbero ricevuto soltanto dei coltelli come equipaggiamento? Se fossero state cellule organizzate non avrebbero ricevuto un qualche tipo di supporto logistico? Ed ancora Parigi. Quell’ordigno inerte era un semplice messaggio? Un test per monitorare i tempi di reazione?
Ragioniamo ancora per assurdo. Se i tre esecutori materiali si fossero coordinati sulla rete, perché non agire nella medesima città cosi da disperdere le forze sul campo? E se si fosse trattato di attacco multiplo coordinato su vasta scala (la farsa del piano globale del terrore), perché il target di Parigi era differente? Parliamo sempre di soft target, ma in contesti nettamente diversi. Con l’espressione soft target non si indica una morbidezza strutturale, ma si riferisce ad un’area facilmente accessibile. I terroristi non sarebbero nulla se non fossero adattabili.
Fonte IlGiornale.it
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