L’ultimo report sulle città globali 2019 rilancia con forza, tra le infrastrutture di rete, i Musei e le arti visive e performative, facendole diventare attività complementari a molte delle attività da sviluppare per la competitività delle città, anche per la loro capacità di innovare l’humus del contesto culturale in cui le intraprese si sviluppano.
La storia ci suggerisce che l’asse di grandi comunicazioni che da Capua arrivava ed arriva fino Nuceria Alfederna è ancora oggi l’asse di supporto a molte attività manifatturiere e del commercio, con fortissime densità abitative e logistiche presenti.
Nello stesso tempo l’archeologia ed i miti ci dicono dei valori connessi tra bellezze del paesaggio e insediamenti diffusi della Campania Felix, e lungo questa connessione la numerosità delle presenze della storia dei popoli accompagna la mente verso riflessioni profonde.
Oggi l’immagine di luoghi e la sostanza del degrado urbano e sociale segnalano la difficoltà della risalita verso un paesaggio resiliente.
Ebbene il suggerimento europeo introduce la possibilità di innovare fortemente il ruolo delle città metropolitane poggiando la nuova governance sul potenziale innovativo del ripristino e del riuso dei beni diffusi e dei beni culturali, facendo leva sul potenziale moltiplicativo della rete ecologica, e questo è anche Humus per nuove attività contemporanee.
Una nuova tassonomia aiuta a definire il lemmario delle cose da fare: città, clima,genere ed intergenerazioni, welfare di popolazione, economia informale, sussidiarietà e governance multi scalare, povertà ed inclusione, resilienza ed risk management, prossimità e coabitazione, revisione della supplì chain, nuova equità sociale, biodiversità ed ecologia profonda,etc sono le parole che si accumulano dentro al grande tema dello sviluppo delle conoscenze per allontanarsi dal modello adattivo ancora fortemente in campo sebbene abbastanza obsoleto come modello di riferimento.
In occasione della seconda conferenza sulla pianificazione, presso il Comune di Nocera, ebbi modo di richiamare l’esperienza che Michelangelo Pistoletto ha accumulato proponendo la performance del terzo paradiso. Egli segna i luoghi invasi dalla speculazione urbana perforando il terreno con un segno di infinito coricato orizzontalmente per connettersi nuovamente alla Natura ed alla Dea della terra( Madre Terra)perché la forza della Natura emerga nuovamente come principio di una nuova opportunità connesso all’arte (terzo Paradiso). Egli allude probabilmente anche al Terzo Paesaggio di J. Clement ed alla possibilità nell’urbano di costruire spazi di nuova identità legati al tema ambientale, ed alla storia .
Dopo aver ascoltato , la magnifica lezione- intervento del prof. Mario Torelli fu facile per me, facendo riferimento alla sua storia dei segni delle civiltà che hanno abitato la valle del Sarno fino a Sorrento, parlare della città del quarto paesaggio e/o quarto paradiso.
Quella volta feci emergere che non può essere trascurato il fatto che la storia delle civiltà che hanno abitato la Campania Felix incoraggiano a connettere i luoghi dell’archeologia e del Mito come principio ordinatore e strategico della città che verrà, senza trascurare il salto di scala proposta dalla comunità europea di riposizionare il ruolo del capitale naturale accanto a quello di capitale e patrimonio culturale innovativo.
Il programma della prima vera e propria recinzione difensiva della terrazza tufacea del vallone di Sorrento avvenne in piena età ellenistica, in conseguenza dello sbarco (310 a.C.) dei Romani presso Pompei per saccheggiare il territorio di Nuceria.
I valloni e l’alta falesia tufacea sul mare a Sorrento sono le difese orografiche naturali della città. Non sembra infatti casuale che anche per le fortificazioni a Sorrento si sia adottato l’opus quadratum ad assise piane, probabilmente con scarpata ed opera di contenimento alla base del pendio interno.
La Lega di città di allora propone oggi un pensiero innovativo sulla Buffer Zona relativa a Pompei ed ai temi dell’area metropolitana della Città Metropolitana in formazione culturale e politica.
Ragionare oggi della città del quarto Paradiso significa ripensare ad un programma d’area vasta di rigenerazione urbana che parta dal patrimonio storico culturale, e riposizioni il produttivo manifatturiero esistente ed il terziario urbano fino ad immaginare una nuova città o area omogenea d’area vasta a forte valenza ambientale, che, però, non dimentichi l’enorme patrimonio archeologico e storico lasciato dai popoli che hanno scritto la geografia dei luoghi che oggi è anche geografia delle emozioni. Basterebbe la mappa seguente per capirci.
Sin dal VII sec a.C. l’unico collegamento longitudinale esistente tra la penisola e Stabia è la via Minerva: essa procedeva ad alta quota fino a Vico Equense per poi scendere nell’ampio vallone del Rivo D’Arco, risaliva fino al valico naturale di Alberi (a Meta), discendeva quindi nuovamente sulla piana tufacea fino a Sorrento ed infine riprendeva il cammino per i monti fino al santuario di Athena di Punta della Campanella.
La Mappa presentata invita ad una riflessione lunga su come ritrovare il principio ordinatore di una cucitura territoriale fino ad immaginare di mettere l’ambiente, l’archeologia , i beni culturali ed il manifatturiero come progetti bandiera di un ideale piano strategico territoriale dando al tema della mobilità( merci e persone) una nuova centralità concettuale. ( Intersezione tra Piano Metropolitano e area contigua complementare dell’Agro.Nocerino, con valori immateriali di connessioni, ricerca di base e ricerca applicata)
La mobilità non è più un tema di economia dei trasporti ma è un tema di politica economica dello sviluppo per la sua stretta connessione ai temi dell’efficacia delle politiche per la formazione, per le politiche sanitarie e del benessere, per le politiche della competitività del manifatturiero e del turismo.
Quarto Paradiso non solo è un’elaborazione culturale rispetto alla più nota provocazione di Pistoletto ma deve essere una metafora del percorso possibile di riconoscimento che un approccio operativo è possibile. Il rammendo di Renzo Piano riguarda la governance strategica da implementare fino a far nascere una soggettività urbana diffusa sia essa del centro che della periferia, e ciò non dovrebbe essere più un dubbio.
Il Territorio dell’agro nocerino sarnese, ancora una volta, chiede di partecipare al riposizionamento della Campania così come annunciato dal Governatore della Regione , basato sulla soggettività potenziale degli enti locali finalmente in rete in un processo generativo di nuova identità, senza il richiamo ad una identità chiusa.
Sabino Cassese da qualche anno pone alcune domande chiave: come si può configurare il nuovo ruolo dell’intervento pubblico in un contesto in cui i “confini” della sovranità territoriale , dello Stato e degli enti locali risultano mobili e /o variabili nel tempo? Ridefinire la cittadinanza equivalente in base al nuovo blocco dei diritti civili , economici, e delle attività necessarie alla coabitazione attiva è la sfida futura?. Allora sostituire alla malinconia del caos la speranza del ripaesamento urbano a civiltà plurale è la chiave interpretativa della mia visione teorica ed applicata da sviluppare..
Le cessioni di sovranità sono ancora da definire nel nuovo assetto internazionale ed europee ed ipotizzare di poter inserire una valenza di area vasta della città metropolitana allargata all’Agro Ncerino Sarnese e ed all’area nord di Napoli, anche oltre Caserta, significa prevedere un progetto politico di cessioni di sovranità che renda efficace la governance interistituzionale dentro una mappa di opportunità strategiche ed inclusive (vedi Macroregioni ecologiche e Macroregioni europee). Ecco lo sguardo lungo della nuova politica regionale?
Le Aree vaste non sono più le vecchie province ma sono territori dove la rete di città e le zone meno dense, definite “altra città” stipulano nuovi contratti incompleti, cioè aperti, capaci di dare slancio alle attività capaci di rivisitare il paradigma identità e diversità per dare slancio alle economie di scala e di scopo ancora latenti ed imprigionate nei confini della visione breve.
La richiesta di una nuova soggettività politica delle aree vaste all’Europa che verrà deve contribuire ad indirizzare le risorse nazionali ed europee verso la sostenibilità della città metropolitana allargata che compete come area con le città globale ma non rinuncia al cuciture e rammendo delle reti di coesione fino ad immaginare di saper sarcire ferite che hanno allontanato la Campania dalla visione di Campania felice e fertile, piena di luce che ispira attività del fare e del pensiero che diventano attrattori per emozioni culturali di nuova urbanità.
La città del quarto paradiso non è un’utopia letteraria ma una proposto un eutopia operativa di crescita collettiva basata sulla conoscenza di una identità complessa da riposizionare nel contemporaneo senza la velleità di un modernismo che ha mostrato tutta la sua obsolescenza come modello di riferimento post-boom economico e post –terremoto.
La strada della conoscenza e dell’innovazione per ricomporre il Capitale culturale e quello Naturale e questi al Capitale cognitivo, rimane la strada utile per moltiplicare le R del modello dell’economia circolare fino a proporlo come modello di crescita della città bastevole, cioè che è consapevole del limite come opportunità moltiplicativa.
di Pasquale Persico
L’agro nocerino sarnese per modi cultura mentalitá è sicuramente più assimilabile a Napoli che a Salerno. Sarebbe fantastico se tutta l’area 081 della provincia di Salerno andasse con la città metropolitana di Napoli.
Sicuramente la provincia di Sa farebbe un balzo in avanti nelle statistiche di qualità della
Vita
Articolo di difficile comprensione. Se ho capito bene, esso suggerisce un nuovo posizionamento politico-amministrativo dell’agro nocerino all’interno della vasta area metropolitana di Napoli, che a sua volta “mangerebbe” anche il casertano. Proposta interessante solo se venisse meno la stessa esistenza della regione Campania, ibrido assoluto. Siccome, però, la cosa prevederebbe una riforma costituzionale, temo che la discussione rimanga come passatempo di illustri professori.
Così la provincia di Salerno si impoverisce ancora di più: ma prima di scrivere pensate?
In realtà, se vai regione per regione, al fondo troverai “ibridi” ovunque