Ma stavolta uno scommettitore seriale, deciso a usare le maniere forti per influenzare i giocatori, ha preso di mira l’obiettivo sbagliato: un giocatore del Monza, la squadra di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, lanciata a tutta velocità verso la promozione in B, e dotata – dettaglio non irrilevante – di spalle abbastanza robuste per non subire intimidazioni.
Così il giocatore ha raccontato tutto a Galliani, che ha fatto partire la segnalazione all’ufficio inchieste della Figc e subito dopo ha mandato l’atleta insieme a un dirigente dai carabinieri per denunciare l’accaduto. Inchiesta lampo, che si conclude con l’identificazione del ricattatore, la scoperta di altri episodi identici e la denuncia a piede libero dell’uomo per estorsione.
L’occasione è la settima giornata di campionato, il 30 settembre, quando il Monza – già al primo posto – va ad Alessandria ad incontrare la Juventus U23, la squadra giovanile del club bianconero, che milita in C. Sul telefono di uno dei giocatori iniziano ad arrivare da un numero a lui sconosciuto messaggi terribili: «Sei messo sotto tiro, il mio è un lavoro, oggi devi perdere la partita, sappiamo il tuo indirizzo. Abbiamo scommesso 250mila euro, ci sono albanesi e calabresi, avvisa tutta la difesa che la partita si deve perdere al 1000 per cento perché se per puro caso salta sei un morto che cammina… puoi anche andare a denunciare, ancora peggio e sarai scannato mentre cammini per strada… se ti rifiuti di giocare o fai qualche altra cazzata sarà la fine per te». Il tutto è firmato «un saluto dall’Albania».
Sconvolto, il giocatore racconta subito tutto all’allenatore Christian Brocchi che avvisa Galliani. La prima decisione è, ovviamente, di non farsi intimidire dalle minacce: il Monza va in campo e stravince per 4 a 1. Intanto sono partite la denuncia e le indagini dei carabinieri di Alessandria, il telefono che manda i messaggi è intestato a una signora siciliana defunta da tempo, incrociando i dati si scopre che ha mandato messaggi identici a giocatori della Pro Vercelli e della Viterbese. E alla fine i carabinieri scoprono l’autore: è un venticinquenne di Palagonia, in provincia di Catania, accanito scommettitore, abile nel rintracciare i numeri dei calciatori e a vantare legami malavitosi che pare proprio non abbia.
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