Ma già pochi minuti dopo che il suo cuore ha smesso di battere, in tanti hanno voluto accompagnare Marta Naddei augurandole buon viaggio, talvolta in lingua coreana, in segno di omaggio verso quel paese che amava tantissimo.
33 anni, di cui gli ultimi dieci nel giornalismo attivo, Marta è riuscita nel piccolo miracolo di tenere unita la categoria complessa dei giornalisti salernitani, una società civile spesso difficile da leggere e da raccontare, un mondo politico che per lei s’è messo, almeno nel cordoglio, sotto la bandiera comune delle istituzioni.
I colleghi di Cronache, ai quali va il nostro pensiero, l’hanno ricordata lavorando, con una prima commovente e due paginoni dove hanno raccolto solo una parte della Spoon River di messaggi e ricordi che in tanti hanno lasciato sui social, quando s’è capito che Marta non ce l’aveva fatta. Alla sua famiglia va l’abbraccio pieno di gratitudine per l’aver deciso di donare le sue cornee.
A noi, resta l’amarezza di aver dovuto far la cronaca della sua tragica fine: un incidente stradale, nel quale sembra non ci siano altre persone o mezzi coinvolti, che le ha provocato ferite alla testa così gravi da non darle scampo, dopo una serata passata con amici. I soccorritori del 118 prima ed i medici dell’Ospedale Ruggi poi hanno provato di tutto, ma non c’è stato niente da fare. L’impatto sull’asfalto del lungomare Marconi, dopo aver perso il controllo del suo scooter ed essere rimbalzata contro un palo, è stato troppo forte.
Ciao ciao Marta. Ci fermiamo qua. Anche perché, in fondo, tutte queste chiacchiere al di là delle notizie le avresti pure detestate: succede così, quando si è allergici alla retorica e si prova a volare alto.
Nessun organo di stampa, stranamente, ci dice se la povera ragazza indossasse il casco. E soprattutto se l’aveva allacciato….Rip. Cordoglio sincero.