La penisola di Mani e la dieta mediterranea (di Vincenzo Capuano)

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Anno 1986. Penisola di Mani. Kardamili. Una casa in pietra, in una piccola baia protetta da un bosco di cipressi, le cui balconate si affacciano a mare.

Due uomini seduti in comode poltrone osservano l’orizzonte, è il tramonto. Il sole si accende di seducenti colori e la luce che penetra attraverso le vetrate gioca a creare incroci tra screziature luccicanti e le prime ombre della sera. A pochi passi il mare limpido e affascinante della Grecia. In lontananza la costa della Messenia.

Della casa ha curato ogni particolare il suo proprietario… Patrick Leigh Fermor insieme a sua moglie Joan. Fermor è in assoluto l’archetipo del viaggiatore. Ha attraversato l’Europa in lungo e largo quasi sempre a piedi. Da Londra a Istanbul, per esempio. Il suo libro più affascinante parla di un luogo che oggi suscita in me emozioni profonde: Mani. È il secondo dito del Peloponneso.

Una magnifica e strana propaggine che si distacca dal resto della Grecia per la sua natura aspra e allucinatoria e per la sua storica inaccessibilità. Di questa regione, Fermor, ha descritto i paesaggi facendone rivivere storie, leggende e personaggi, insegnandoci a viaggiare simultaneamente nel tempo e nello spazio, e trasmettendoci la passione infinita per la ricerca di luoghi senza limiti. Nel Peloponneso a Kardamili costruì la sua casa e vi abitò fino a oltre 90 anni.

Nella poltrona di fronte a lui è seduto un uomo molto più giovane, un altro dei più grandi viaggiatori nomadi di tutti i tempi e scrittore di viaggi memorabili: Bruce Chatwin. Famosissimo il suo libro “In Patagonia”. I due sono amici da tempo e Fermor spesso ospita per settimane Chatwin.

Tornati da poco da un escursione alle pendici del monte Taigeto discorrono nella biblioteca, tra libri accatastati, quadri, foto, ricordi di chissà quali avventure. Raccontano di itinerari impossibili e di quella terra magnifica che si chiama Grecia. Il conversare ha ritmi lenti come è stato il loro andare per luoghi lontani e sconosciuti.

A un certo punto Chatwin confessa di essere ammalato e chiede all’amico di poter un giorno essere seppellito lì, in quel paese dimenticato dal mondo alle pendici del monte degli spartani. Si! Ha esplorato la Patagonia e numerose altre terre delle quali ha descritto ogni angolo, ma il suo desiderio è di poter un giorno riposare in pace nel Mani.

Scrivere sulla Grecia, della sua quiete e della sua bellezza mi fa ricordare che vi abita uno dei popoli più longevi al mondo. Questo primato è legato all’ambiente ma soprattutto all’alimentazione mediterranea. Ma mangiano ancora così i greci di oggi e noi italiani?

Per capire l’aderenza alla dieta mediterranea sono stati elaborati diversi questionari; un questionario semplice e rapido, è quello elaborato dal Centro di ricerca CREAAlimenti e Nutrizione:

Alimento Porzioni Punti
Frutta (150 g.) /al giorno inferiore a 1 0
  1-2 1
  superiore a 2 2
Verdura (100 g.) / al giorno inferiore a 1 0
  1-2 1
  superiore a 2 2
Legumi (70 g.) /alla settimana inferiore a 1 0
1-2 1
  superiore a 2 2
Cereali (130 mg) /al giorno

(dolci esclusi)

inferiore a 1 0
  1-1,5 1
  superiore a 1,5 2
Pesce /settimana

(esclusi molluschi e crostacei)

inferiore a 1 0
  1-2,5 1
  superiore a 2,5 2
Carne e salumi (80 mg) / al giorno superiore a 1,5 0
  1-1,5 1
  inferiore a 1 2
Latte e derivati (180 g.) superiore a 1,5 0
  1-1,5 1
  inferiore a 1 2
Olio d’oliva occasionale 0
  frequente 1
  regolare 2
Alcol (un bicchiere di vino o 1 lattina di birra) /al giorno 1-2 0
  Inferiore a 1 1
  Nessun consumo 2
Risultato: 0-4 non adeguata; 5-9 scarsamente adeguata; sufficientemente adeguata;

16-18 completamente adeguata

 

Anno 1989. Kardamili.

Fermor ha da poco ricevuto un cofanetto con le ceneri di Bruce Chatwin. Risale lentamente la montagna e raggiunta la chiesetta bizantina, meta di frequenti passeggiate con l’amico, sulle pendici del Taigeto, lo seppellisce sotto un olivo secolare.

 

Estate 2019. Mani

Lasciata Kalamata ci dirigiamo a sud verso Aeropoli e poi Gerolimenas. Le moto corrono veloci, sempre più su, lungo la strada che si inerpica sui monti fino a Proselio, per poi ridiscendere lungo continui zig zag alla ricerca del mare. Sul passo ci fermiamo a godere del panorama. Senza fiato. Tra poco saremo a Kardamili, dove faremo un bagno in acque magnifiche, sorseggeremo un nescafé frappé nella piccola piazza del paesino e poi andremo alla ricerca di una vecchia casa in pietra, di una chiesetta bizantina e di un olivo secolare.

di Vincenzo Capuano

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