Da ieri sono 368 i nuovi deceduti legati all’epidemia di coronavirus in Italia (sabato l’aumento era stato di 175), portando il totale dei morti a 1.809, mentre in tutto i guariti sono 2335.
Dei 20.603 casi positivi 9.268 sono in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi, 1.672 sono in terapia intensiva. “Rimane ferma la percentuale del 10% di pazienti in terapia intensiva”, ha detto Borrelli, che ha poi confermato che la situazione più problematica resta quella della Lombardia.
Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 10.043 in Lombardia, 2.741 in Emilia-Romagna, 1.989 in Veneto, 1.087 nelle Marche, 1.030 in Piemonte, 763 in Toscana, 493 in Liguria, 396 nel Lazio, 350 in Campania, 316 in Friuli Venezia Giulia, 367 nella Provincia autonoma di Trento, 199 nella Provincia autonoma di Bolzano, 212 in Puglia, 179 in Sicilia, 139 in Umbria, 128 in Abruzzo, 66 in Calabria, 75 in Sardegna, 56 in Valle d’Aosta, 17 in Molise e 11 in Basilicata.
“Non abbassiamo la guardia”
C’è stato poi un richiamo al rispetto delle norme: “Il problema che stanno affrontando alcune aree del Paese, alcune aree eroiche, è una realtà che tocca tutti e nessuna parte e nessun cittadino può sentirsi esonerato e non coinvolto in questa sfida – ha sottolineato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro – Per questo ribadisco l’appello ad adottare tutte le misure raccomandate, anche laddove sembra che oggi i casi siano molto limitati. Se non le adottiamo non riusciamo a modellare la curva e creiamo scenari particolarmente critici. Faccio un richiamo alle regole: bisogna uscire soltanto per esigenze lavorative, cure mediche e spesa. Bisogna limitare al massimo i viaggi e le uscite fuori dalle abitazioni”.
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