“E’ tassativo il rispetto delle misure prese dal Governo, è un segnale forte per dire che non abbiamo ancora preso sufficientemente sul serio il pericolo. Ci sono ancora situazioni dove con la scusa di fare due passi si fanno assembramenti. Le scappatoie danneggiano noi stessi e i nostri cari e le persone più fragili sono gli anziani. Servono meccanismi di rispetto sistematico delle misure, senza non saremo in grado di allentare la diffusione del virus”, ha detto Silvio Brusaferro, direttore dell’Iss.
“Bisogna limitare gli spostamenti ma ci sono esigenze che vanno assicurate. Non possiamo garantire la spesa a domicilio per tutti. Sono state previste limitazioni ad attività lavorative non essenziali, ma ci sono una serie di filiere come quelle di alimentari e servizi pubblici essenziali, che devono essere garantite. Quelle in atto sono le misure massime che si potevano adottare. Dopodiché c’è la chiusura totale e mi domando come potremmo sostenerci se non usciamo a fare la spesa e senza alimentari nei supermercati?”. L’ha detto il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli.
Sono in arrivo per oggi, in Italia, circa 3 milioni di mascherine. Lo apprende l’ANSA da fonti della Farnesina che precisano: 1,2 milioni arriveranno nel pomeriggio dall’Egitto, 40mila dall’India, 1,5 milioni di pezzi e 100 ventilatori polmonari dalla Cina, mentre dalla Russia partiranno circa 1 milione di mascherine. Attività intensa portata avanti in stretto coordinamento dal ministero degli Esteri, della Difesa, dalla Protezione civile e dal commissario straordinario Arcuri. Le stesse fonti spiegano che il materiale sarà recuperato tramite mezzi dell’aeronautica militare.
Proteste e conflittualità sindacale nel comparto logistica, trasporti e spedizioni, stanno rallentando “la consegna di prodotti di indispensabile uso” nell’emergenza Coronavirus, come farmaci, mascherine, camici. Lo evidenzia il Viminale in una direttiva in cui invita tutti i prefetti ad attivare le “opportune misure di mediazione ovvero di dissuasione, ritenute del caso per prevenire il fenomeno”.
Sono una settantina i feretri che questa mattina sono stati caricati sui camion dell’esercito per essere trasferiti dal cimitero di Bergamo in altre zone del Nord, in particolare in Emilia Romagna per la cremazione. Anche oggi Bergamo assisterà dunque a un nuovo, drammatico corteo dei mezzi, come quello della sera del 18 marzo scorso, con le bare dei propri cari per i quali non è nemmeno stato possibile organizzare un funerale, perché le regole per contrastare la diffusione del coronavirus li vietano. Cinquanta delle bare partite in mattinata da Bergamo arriveranno intorno alle 14 a Ferrara, su un convoglio militare, scortato dai carabinieri del radiomobile dal casello autostradale. I feretri saranno distribuiti tra la Certosa di Ferrara e il cimitero di Copparo.
“È arrivato il momento di fermarci, ma per davvero. Confidiamo in voi”: è l’appello firmato dai 243 sindaci dei Comuni Bergamaschi, a partire dal primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori, inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al governatore lombardo Attilio Fontana. “Al momento – spiegano – riteniamo che l’adozione di coraggiosi nuovi provvedimenti restrittivi possa rappresentare l’unica ed auspicabile soluzione per una tragedia che sembra oggi, che i contagi aumentano inesorabili, non avere fine”.
Nessuno dice però che I guariti sono aumentati di quasi 1000 unità (ci sono più di 6000 guariti) e hanno superato di molto i morti.