E’ quanto dichiara in una nota Vincenzo D’Agostino Presidente della Culp Flavio Gioia.
“Anche se il lavoro portuale non ha nulla a che fare con l’aspetto prettamente sanitario – colgo l’occasione per elogiare il lavoro di medici ed operatori sanitari che in questo momento combattono in prima linea – esso è un mestiere altrettanto prezioso per l’intera Città di Salerno”.
“Siamo le braccia che muovono la macchina del commercio. Il senso del dovere ci spinge a superare le nostre paure. Le merci devono viaggiare e noi Portuali stiamo contribuendo, in prima linea, a garantire l’approvvigionamento essenziale e vitale a tutta la città”.
“Vorrei che l’Italia e la Città di Salerno quando tutto questo incubo sarà finito, si ricordasse anche del nostro coraggio e del nostro servizio. Nel momento in cui tutti gli Italiani devono pensare a stare a casa, Noi lavoriamo affinché alla popolazione, alle nostre e vostre famiglie non manchi nulla”.
“Stiamo garantendo un servizio essenziale con coraggio e sacrificio per Non fermare la Città di Salerno in termini economici e produttivi. Stiamo rischiando la vita!!! Abbiamo tutti famiglie, abbiamo tutti figli a casa da sfamare e da proteggere soprattutto in questo periodo, ma il dovere, la responsabilità e il senso di appartenenza al nostro lavoro ci fa dire: voi state a casa, che Noi non possiamo”.
“In questa emergenza che va di ora in ora aumentando sto adottando tutte le misure necessarie, anche se con mille difficoltà, al contenimento e al mantenimento dell’avviamento lavorativo. Stiamo in stretto contatto con le Autorità Sanitarie, dall’Autorità di Sistema Portuale, alle Istituzioni Comunali, alle Organizzazioni Sindacali e al Prefetto”.
“Mi auguro – conclude D’Agostino – che questo periodo passi in fretta ma nel frattempo voglio ricalcare tutti i sacrifici, la disponibilità e la flessibilità dei soci della Compagnia Portuale che stanno facendo sforzi disumani per garantire la sopravvivenza a tutti i cittadini di Salerno. Mi raccomando quando tutto sarà finito non dimenticatevi della Compagnia Portuale e del Porto di Salerno.
“I lavoratori del settore marittimo e portuale sono tra quelli che per ragioni intrinseche alle loro attività possono essere maggiormente esposti a rischi riconducibili al diffondersi di epidemie o pandemie. Non esistono festivi, non esistono domeniche tranquille né programmi sicuri”.
“Il portuale deve assicurare diligenza, prontezza e continua disponibilità per continuare a far camminare gli ingranaggi del commercio. Il portuale indossa una divisa sotto la quale pulsa un cuore onesto, di quelli che vivono di famiglia e lavoro. Le nostre divise profumano di dignità”.
“Ne abbiamo passate tante… e passeremo anche questa tutti insieme… #Andrà tutto bene”.
Solidale con voi, ringrazio a nome mio e ne sono certo della ns bella Salerno.
Solo chiacchiere.
Non avete nè protocolli di sicurezza nè un personale qualificato.
Incoscienti
Tanto sappiamo cosa succederà a breve Altro che garanzia per i portuali.
cari lavoratori portuali di salerno, dimostrando che lavorando con sicurezza si ouò proseguire, avete dato un esempio ai signori che vogliono chiudere tutto. bravi, siamo fieri di voi. molti politici prevalentemente di destra, senza scrupoli e non sapendo quello che affermano, vogliono chiudere tutto, ma risolviamo con certezza il grave problema? non credo, anzi lo peggioriamo, la gente continuerà a morire e quando il virus sarà sconfitto anche i superstiti moriranno di fame e si azzanneranno fra loro perchè l’economia del paese sarà sparita. Che bravi, come sono altruisti, dopo il primo decreto di conte, protestavano volevano aprire le attività chiuse, dicevano due presidenti di regioni del nord ” in questo modo l’italia produttiva sparirà”, riapriamo tutto. Ora che sono chiuse il 60% delle attività vogliono chiudere anche il resto, siete patetici, ma non poteva essere altrimenti con quel campione di ignoranza che fa tutto e apre bocca solo in funzione di denigrare il governo e fare perennemente propaganda elettorale. i meridionali che lo voteranno non sono indegni e scorretti nei confronti di tutti i meridionali.