“Abbiamo visto il video e in Veneto c’è stato subito entusiasmo per quelli che potrebbero gli effetti. Abbiamo contattato le aziende invitandole a inviarci manifestazioni di interesse – racconta il direttore della sanità regionale Fabio Aimar – intanto aspettiamo cosa ci dirà Aifa che discuterà il tema oggi”.
Il Piemonte , aggiunge il direttore “è disponibile a sperimentare qualsiasi farmaco che possa dare delle risposte, tenendo conto che al momento per il coronavirus non c’è una cura certificata. Non siamo né conservatori né scriteriati. Se ci sono delle buone ragioni per partire con delle sperimentazioni lo facciamo al più presto. Per ora certamente si sta testando il tocimizulab , il farmaco per l’attrice reumatoide che ha dimostrato di avere una qualche efficacia”.
Sull’Avigan le posizioni della scienza medica sono caute. Si è già espresso l’infettivilogo Burioni, scettico sulla base degli studi scientifici per ora svolti. In attesa del verdetto finale dell’Aifa questo è quanto è stato scritto dall’Agenzia nazionale per il farmaco: il Favipiravir, nome commerciale dell’Avigan è un antivirale autorizzato in Giappone da marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci.
Il medicinale non è autorizzato nè in Europa nè negli Usa. Ad oggi non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da covid-19. Sono unicamente noti dati preliminari condotto i pazienti con Covid 19 non grave e con non più di 7 giorni di insorgenza”.
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