«Il blocco delle attività produttive, il ricorso quasi generalizzato alla cassa integrazione ordinaria e a quella in deroga, sta determinando un’oggettiva interruzione delle entrate reddituali per milioni di lavoratori e lavoratrici, come l’azzeramento dei fatturati delle imprese dei vari settori – sottolinea – Troppi i segnali di difficoltà delle famiglie di lavoratori che stiamo registrando. Peggio, ancora, le condizioni di chi il lavoro già non l’aveva.
Il governo nazionale e quello regionale devono assolutamente liberare, senza appesantimenti burocratici, le risorse di sostegno al reddito e dare respiro alle famiglie e prevedere forme di finanziamento e sostegno alle imprese. La stessa premura la chiediamo ai comuni che saranno impegnati con gli aiuti alimentari per le famiglie indigenti di cui all’ultimo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri».
La priorità, continua Ceres, è «mantenere in vita il tessuto economico ed assicurare la sussistenza delle famiglie, evitando così che siano gli strozzini e la criminalità organizzata a sostituirsi allo Stato. Fare presto, in linea con l’accordo stipulato questa notte dall’Abi, dal sindacato e dalle associazioni datoriali, anche per non mettere a rischio l’equilibrio democratico del nostro Paese, specie nel meridione, come dichiarato da importanti magistrati delle procure antimafia».
Il segretario non nasconde la sua preoccupazione, chiedendo alle istituzioni «uno sforzo estremo, almeno pari alla gravità della situazione emergenziale provocato dalla diffusione del Covid-19: liberiamo subito le risorse economiche destinate a sostenere il reddito delle persone».
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