Nessun reato per chi offende nella chat video o vocale di gruppo

Stampa
Ormai le chat di gruppo sono diventate uno degli strumenti più utilizzati per la comunicazione fra più soggetti. Uno dei problemi principali che si pone però, non è solo l’utilizzo eccessivo di queste forme di nuova interlocuzione fra persone che sta comportando interrogativi di ordine sociologico circa la smisurata amplificazione della “virtualità” rispetto ai rapporti della vita reale, ma è purtroppo l’insussistenza di regole certe, se non quelle del sentire comune o di quelle più generali stabilite dalla legge che c’invita a riflettere sulla necessità di adottare comportamenti corretti e comunque che non travalichino le condotte che si dovrebbero avere normalmente.

Anche se nel mondo dei social, troppi, nascosti dietro lo schermo di un dispositivo, perdono i freni inibitori. A ciascuno di noi, quindi, più che dalle norme vigenti è imposto dal buon senso e dalla buona educazione, evitare insulti nei confronti degli altri. Una sentenza, la n. 10905, pubblicata oggi 31 marzo 2020 dalla Corte di Cassazione, si muove proprio in tal senso nel momento in cui ha stabilito che offendere qualcuno nell’ambito di un chat video o vocale di gruppo non integra alcuna fattispecie di reato.

Nella fattispecie, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la Suprema Corte nel ribaltare le sentenze di primo grado del Tribunale di Monza e di secondo, della Corte d’Appello del capoluogo di regione lombardo, ha assolto un giovane che aveva pubblicamente offeso un membro della chat video alla quale avevano preso parte. Tutt’al più, nel caso in questione si sarebbe potuta configurare un’ingiuria che, però, com’è noto, è stata di recente depenalizzata. Nella succinta, ma oltremodo chiara motivazione, i giudici di Piazza Cavour hanno rilevato che è «stato accertato che le espressioni offensive sono state pronunciate dall’imputato mediante comunicazione telematica diretta alla persona offesa, e alla presenza, altresì, di altre persone “invitate” nella chat vocale. Ciò posto, va rammentato che l’elemento distintivo tra ingiuria e diffamazione è costituito dal fatto che nell‘ingiuria la comunicazione, con qualsiasi mezzo realizzata, è diretta all’offeso, mentre nella diffamazione l’offesa resta estraneo alla comunicazione offensiva intercorsa con più persone e non è posto in condizione di interloquire con l’offensore». Nel caso in questione, dunque, «il fatto, così come accertato dai giudici di merito, deve essere qualificato come ingiuria aggravata dalla presenza di più persone, ai sensi dell’art. 594, c.p., c.p., che, ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett. C), d.lgs. 15.1.2016 n. 7, è stato depenalizzato; la sentenza impugnata va dunque annullata senza rinvio, perché il fatto, così riqualificato, non è più previsto dalla legge come reato». L’ovvia conseguenza è l’assoluzione dell’imputato da ogni accusa.

Lecce, 31 marzo 2020

Giovanni D’AGATA

1 Commento

Clicca qui per commentare

  • Questi devono fare pace con il cervello…….da oggi allora possiamo ingiuriare telematicamente mentre per strada? Oppure a livello cartaceo, con volantini magar o sui giornali? Secondo me si è di fatto minato il vivere sociale altro che buonsenso!

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente. I commenti di questo blog non sono moderati nella fase di inserimento, ma Salernonotizie si riserva la facoltà di cancellare immediatamente contenuti illegali, offensivi, pornografici, osceni, diffamatori o discriminanti. Per la rimozione immediata di commenti non adeguati contattare la redazione 360935513 – salernonotizie@gmail.com Salernonotizie.it non e’ in alcun modo responsabile del contenuto dei commenti inseriti dagli utenti del blog: questi ultimi, pertanto, se ne assumono la totale responsabilità. Salernonotizie.it si riserva la possibilità di rilevare e conservare i dati identificativi, la data, l’ora e indirizzo IP del computer da cui vengono inseriti i commenti al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. Salernonotizie.it non è responsabile del contenuto dei commenti agli articoli inseriti dagli utenti. Gli utenti inviando il loro commento accettano in pieno tutte le note di questo documento e dichiarano altresì di aver preso visione e accettato le Policy sulla Privacy.