Per questo la mobilità resta un elemento cruciale da valutare attentamente anche in vista della cosiddetta “fase 2”. Lo studio è stato realizzato da ricercatori italiani che lavorano presso il Politecnico di Milano, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Università di Zurigo, il Politecnico federale di Losanna (Epfl) e l’Università di Padova.
Come risultato ha prodotto “il primo modello di contagio per l’Italia che tiene conto sia dell’evoluzione temporale dell’infezione nelle popolazioni locali che della loro evoluzione spaziale”, spiega Gatto. “Sappiamo che il virus si propaga per contatto diretto tra le persone – precisa l’esperto – e le vie di trasporto hanno sicuramente favorito la diffusione del contagio dai primi focolai”.
Lo studio ha preso in considerazione sia l’evoluzione temporale dell’infezione nelle popolazioni locali che la loro distribuzione geografica, integrando gli spostamenti degli individui per raggiungere il luogo di lavoro, con una risoluzione a livello provinciale. Sono stati usati censimenti Istat per stimare la mobilità prima dell’epidemia e uno studio indipendente che ha sfruttato la geolocalizzazione dei cellulari per capire di quanto si è ridotta la mobilità con le restrizioni imposte.
L’animazione prodotta mostra l’Italia del contagio che si accende di rosso, delineando zone ben precise. “Il maggiore focolaio si è sviluppato in Lombardia, che non a caso è tra le regioni meglio connesse col resto d’Italia e del mondo”, afferma Gatto. “Nella Pianura Padana, dove le vie di trasporto sono a raggiera, il virus si è diffuso delineando cerchi concentrici via via più larghi. In un secondo momento si è propagato in Veneto ed Emilia Romagna, prendendo la via Emilia per scendere verso le Marche”.
Gli Appennini, in un certo senso, hanno fatto da tappo, e “i focolai della Liguria si sono propagati verso la Toscana, seguendo la tratta da La Spezia verso Lucca, Firenze e Siena”. Il sud, paradossalmente, potrebbe essere stato risparmiato proprio per il minor sviluppo infrastrutturale.
A me m’ par’ na’ strunzat! Penso sia palese che stiamo meglio perché l’isolamento è iniziato prima.
Siamo arrivati alla fantascienza. Questo è quello che succede quando si regalano le lauree. Per quanto possa essere un’ipotesi, purtroppo, non perchè voglia fare il saccente dietro uno schermo, ma l’affermazione di questo pseudo esperto è tutt’altro che credibile e confermabile. Se così fosse allora, tutte le merci che viaggiano su gomma ogni giorno, sarebbero contaminate dal covid? Non gli è sorto il dubbio di aver affermato una grande boiata dato che altrimenti il 90% della popolazione sarebbe ricoverata per il covid visto che gran parte dei prodotti sono smistati tramite gomma? Ormai è diventato facile ritenersi esperti in qualsiasi ambito, quest’assurdo studio ne è la prova.
Che stronzata! Dal Lazio alla Campania mica siamo ancora alle strade mulattiere.
Insomma hanno scoperto che il virus viaggia con la gente che viaggia e che la gente usa principalmente strade e ferrovie.
Congratulazioni!!
ANARCHYPUNK, ma no!! è tutto vero, io il covid19 versione spider turboV3000 l’ho visto al casello di napoli nord senza mascherina mentre pagava il pedaggio in contanti! per quello ci dobbiamo mettere il chip sotto pelle, così possiamo evitare di toccare lo sporco denaro, no?! poi dico un segreto ai fans del virus, se vi sparate tutti voi che temete il covid potrete evitare di morire per covid! è un’indiscrezione che il ministeroverità sta valutando ancora, vedremo se la certificherà.
Stiamo meglio per altri motivi tra cui condizioni ambientali e la naturale caduta di questi virus con la bella stagione.. l’isolamento on c’entra nulla, e pure l’oms ha detto che in casa ci sono grossi problemi.. guarda caso
Questo cosiddetto esperto milanese evidentemente ignora che dai porti di Napoli, Gioia Tauro, Palermo, Taranto, Bari, ecc. transitavano ogni giorno centinaia di migliaia di persone e migliaia di tonnellate di merci da tutto il mondo, e tutti i casi rilevati sono stati immediatamente ed efficacemente isolati, compresi i treni di pendolari gentilmente allarmati dalla Regione Lombardia e spinti a fuggire a casa.
Tutto pur di sputare sul Sud, e tutto pur di non ammettere che nella blasonatissima Lombardia la gestione dell’emergenza è stata non si sa se più cialtronesca o delinquenziale.