E’ l’apertura delle pagine dedicate allo Sport sul quotidiano Il Mattino in edicola venerdì 24 aprile 2020
All’interno leggiamo anche: L’amico. Fabrizio Ravanelli «Lo porterò per sempre nel cuore»
Il rivale. Francesco Moriero «Predestinato quanti duelli sulla fascia»
Il ricordo. Davide Polito «La battaglia nel nome di Andrea»
L’impegno. Francesco Di Tacchio. «Passaporto ematico per gli atleti»
Salernitana. Il personaggio. «Voglio la A con i granata
migliorati grazie a Ventura». Akpa Akpro risponde ai tifosi sui social «Se la società ha le mie ambizioni io pronto a chiudere la carriera a Salerno»
Il contributo. Karo cinque volte in Nazionale arrivano 20mila euro dalla Uefa
Ho un ricordo indimenticabile di Andea e della potenza atletica, unitamente ad una tecnica calcistica impareggiabile, che riusciva ad esprimere sui campi di gioco, purtroppo stroncate da una fine prematura.
Nell’estate di tanti anni fa mi trovai ad assistere ad una partita di calcio disputata sul campetto di Montecorice nel Cilento. L’età media dei giocatori si aggirava sui 16-17 anni. Avevano invitato a giocare anche Andrea, poco più che undicenne. Per nulla intimorito dalla differenza di età e di prestanza fisica, Andrea rea subito, come si dice, entrato in partita, giocando alla pari, se non meglio, dei suoi avversari. Di lì a qualche anno, sarebbe stato notato dagli scopritori di talento e iniziato giovanissimo ad iniziare una splendida carriera, purtroppo interrotta solo da una inaspettata, sfavorevole sorte avversa.
Ma il suo ricordo resta sempre vivo in me e in quanti lo conobbero entro e fuori dei campi di gioco.
L’episodio ricordato nel commento precedente si riferisce ad un periodo di vacanze trascorse con la Famglia Fortunato ad Agnone, un posto bellissimo dove i nostri figli – una femminuccia e tre maschietti – godevano in piena libertà di invidiabili bellezze naturali. Andea e mio figlio, più vicini di età, trascorrevano la maggior parte del tempo insieme. Andrea, oltre alle notevoli capacità nel gioco del calcio, si mostrava molto abile anche nel nuoto in apnea e suscitava la mia ammirazione (Zio Gaetano) abituato ad avere dimestichezza con il mare, fin da ragazzo (attività sportiva ai bagni di Santa Teresa) e poi da adultoquale ufficiale di marina.
La grave malattia troncò una carriera già avviata a successi e soddisfazioni.
Molto significativa, e mi auguro attuale, risuonò la frase pronunciata da Vialli durante i funerali, quando augurò ad Andrea di continuare anche nell’aldilà a giocare partite vincenti.