Parte la Fase 2 per lo sport, con le linee guida pubblicate dall’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio, un vademecum di 32 pagine che fissa i parametri per la graduale ripresa delle attività sportive di allenamento degli atleti di discipline sportive individuali, professionisti e non, riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, dal Cip e dalle rispettive federazioni e di discipline sportive di squadra, purché questi si svolgano sempre in forma individuale.
Gli atleti saranno divisi in due macrogruppi: Atleti Covid+ (accertati e guariti e atleti che abbiano avuto sintomi) e Atleti Covid- (asintomatici nel periodo o non testati). Prima della ripresa tutti saranno sottoposti a esame clinico, e se negativi dovranno comunque periodicamente (ogni 4 giorni) sottoporsi a tampone o altro test rapido, fino a nuove disposizioni governative.
Le principali misure di prevenzione del contagio consigliate sono il distanziamento, l’igiene delle mani e delle superfici e la prevenzione tramite l’utilizzo di mascherine e visiere. Dall’Ufficio per lo Sport si evidenzia che «tali misure di mitigazione del rischio sono però di difficile attuazione in molti momenti della pratica sportiva, anche in fase di allenamento per tutti i livelli di pratica, da quella amatoriale a quella professionistica».
In particolare, l’utilizzo di mascherine e visiere è spesso incompatibile con il carico metabolico e con il gesto sportivo, si evidenzia. Ecco perché si consiglia sempre la gestione di presenze contingentate e la sostituzione (laddove possibile) di attività in presenza con attività virtuali.
Ogni disciplina presenta poi diverse distanze interpersonali tra gli atleti in fase di attesa, di allenamento, anche in relazione alle specificità dello sport praticato, con necessità di distanziamento proporzionate allo sforzo fisico dell’atleta. Per camminata e corsa per esempio la Fmsi suggerisce la distanza del soggetto in scia rispettivamente di 5 e di 10 metri.
Particolare attenzione è rivolta alla sanificazione costante dei centri sportivi e agli operatori sportivi presenti al loro interno. Per gli atleti, fondamentale è ritenuto anche il supporto psicologico per prevenire o contrastare la conflittualità o la possibile resistenza al rientro nei siti sportivi, l’eventuale riduzione della motivazione e della performance, la difficoltà nel portare a termine le attività in ragione dell’ansia, nonché i rischi di infortunio legati a stress, difficoltà di concentrazione.
IL CALCIO E’ DEI TIFOSI, E’ ANDARE ALLO STADIO UN’ORA PRIMA, VEDERE AMICI, CONDIVIDERE EMOZIONI, SOFFRIRE VICINI INSIEME A “STRETTISSIMO CONTATTO”. CHIUDIAMO I CAMPIONATI ORA, QUESTO NON E’ PIU’ IL NOSTRO CALCIO.