I soldi verranno dati sotto forma di trasferimenti e non di prestiti ai Paesi più in crisi. Verranno reperiti dalla Commissione Ue sul mercato, attraverso dei bond, distribuiti ai Paesi più in crisi e restituiti “non dai destinatari”, come ha puntualizzato il presidente francese, ma dai Paesi membri nel complesso. Merkel ha ricordato in proposito che la parte da leone la farà la Germania che “contribuirà al 27%” al Recovery fund. La cancelliera ha anche aggiunto che “le risorse serviranno anche a evitare gap tra Paesi post-crisi” da coronavirus.
Fondi che non pesino sui debiti
La buona notizia per noi e per altri Paesi come la Spagna, più colpiti dalla crisi e a rischio di un forte indebitamento per riavviare l’economia, è che i fondi non saranno prestiti. Merkel ha sottolineato l’importanza di una proposta che “non pesasse sui debiti” degli Stati e che “andasse in modo specifico a chi è stato più colpito dalla crisi”.
Palazzo Chigi: “Buon passo in avanti”
“Quanto appena dichiarato da Macron e da Merkel rappresenta un buon passo in avanti che va nella direzione sin dall’inizio auspicata dall’Italia per una risposta comune ambiziosa alla pandemia. Una dimensione di 500 miliardi euro di soli trasferimenti è senz’altro un buon punto di partenza, ed è comunque una dotazione di sussidi che si avvicina a quanto richiesto di recente dall’Italia e da altri partner. Da questa somma si può partire per rendere ancora più consistente il Recovery Fund, nel quadro del budget europeo”, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi.
“La proposta franco-tedesca di Recovery Fund – aggiungono dal governo – recepisce importanti elementi portati avanti da Francia, Italia ed altri Paesi quanto a trasferimenti e meccanismo di anticipo delle risorse, il cosiddetto frontloading. In sintonia con le nostre proposte vi è anche l’attenzione per il Green Deal, il sostegno del tessuto industriale europeo, e – cosa che l’Italia chiede da tempo – la prospettiva di armonizzare il quadro regolatorio fiscale”.
“In sintonia con le nostre proposte vi è anche l’attenzione per il Green Deal, il sostegno del tessuto industriale europeo, e – cosa che l’Italia chiede da tempo – la prospettiva di armonizzare il quadro regolatorio fiscale. L’obiettivo è quello di mettere in campo strumenti e iniziative che attenuino le divergenze intraeuropee dopo questa crisi epocale e pongano le premesse per una vera ripartenza dell’Europa.
Un’Europa dove tutti i Paesi più colpiti abbiano la possibilità di ripartire tutti insieme senza lasciar indietro nessuno. Tanto meno le aree e i settori più provati dalla pandemia”.
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