La emergenza Covid19 apre un buco da 8,2 miliardi di euro per il settore del turismo e dei comparti collegati, a causa delle disdette per la prossima estate, con punte che sfiorano l’80%. “Siamo di fronte, dal punto di vista economico, a uno scenario di guerra.
Dopo il lockdown, il turismo ripartirà come negli anni 50 e 60, ragion per cui bisognerà puntare necessariamente alla domanda interna al cosiddetto turismo domestico”. È l’allarme lanciato da Salvo Politino, vicepresidente della Unione Nazionale di Imprese.
Le stime contenute nel rapporto del Centro Studi di Unimpresa, evidenziano che le perdite del fatturato sono legate a una mancanza di presenze turistiche sul territorio italiano di circa 90 milioni (53 milioni di italiani e 36 milioni di stranieri), di cui 42 milioni in strutture ricettive e 48 milioni in abitazioni private. Conseguentemente, mancheranno 8,2 miliardi di consumi, dei quali 4,3 miliardi degli italiani e 3,9 miliardi di turisti stranieri. Su tali crolli, ovviamente, gravano le cancellazioni.
Entrando nel dettaglio: il 77% delle imprese del settore alberghiero ha registrato disdette delle prenotazioni, seguito dal settore extralberghiero con il 65,2% delle imprese che ha ricevuto annullamenti. Guardando all’immediato, si pensi che per il periodo giugno-agosto il Sud e le Isole hanno registrato il 50% di disdette sulle prenotazioni, il Centro il 37%, il Nord Ovest il 40% e il Nord Est il 36%.
È notorio che il turismo sia fonte e terminale di interessi plurimi e che, quindi, abbia un impatto significativo su molti settori della economia italiana; ciò vuol dire che quanto si sta verificando, per gli sciagurati effetti prodotti dalla emergenza coronavirus, rischia di provocare ulteriori, gravi riverberi in ogni direzione.
Un altro comparto che, nel nostro Paese, già adesso, si profila assai più povero e per il quale diviene di vitale importanza avere certezze sulle agevolazioni e gli aiuti su cui poter contare concretamente in tempi brevi. Anzitutto per contenere in limiti il serio pericolo che molte imprese di settore possano vedersi costrette alla resa, se non addirittura a soccombere.
Da tante, troppe settimane le aziende sono alle prese, su vari fronti, con problemi di ogni genere, ritardi insostenibili e pesanti carenze di liquidità. In alcuni casi la caparbietà, la tenacia e l’amore profuso in ciò che si fa, davvero, non possono bastare.
di Tony Ardito
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