“L’allerta serve per raccomandare cautela ai nostri concittadini in merito all’infezione. Chiediamo ai residenti di prestare molta attenzione soprattutto nei luoghi al chiuso e in quelli affollati “, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa.
La governatrice ha annunciato che le luci del Ponte dell’arcobaleno (Rainbow Bridge) della metropoli saranno cambiate da rosa a rosse durante la durata minima della nuova fase di emergenza. Al momento a Tokyo restano chiusi i locali notturni, i karaoke e altri esercizi ritenuti ad alto rischio, mentre hanno riaperto cinema, teatri e palestre.
La decisione di innalzare il livello di allerta è stata presa dopo che sono stati soddisfatti i tre criteri stabiliti dagli esperti locali per decretare una nuova fase dell’emergenza: il numero medio giornaliero di nuovi casi negli ultimi sette giorni raggiunge o supera 20; i casi con vie di infezione sconosciute rappresentano il 50% o più; c’è un aumento del numero settimanale di nuovi casi.
Il nuovo stato di allerta non comporterà restrizioni nell’immediato, ma le autorità hanno fatto sapere che se i casi positivi a Covid-19 continueranno a salire in città e supereranno quota 50, il governo sarà costretto a chiudere le fabbriche e a obbligare i residenti a restare a casa. Ha già però invitato le aziende a promuovere dove possibile il telelavoro per evitare che si creino assembramenti soprattutto sui mezzi pubblici durante le ore di punta.
Dei 34 casi emersi nelle ultime 24 ore, ed è la prima volta che si raggiunge questo numero dal 14 maggio, 13 provengono da un cluster che si è sviluppato in un ospedale di Koganei nella parte occidentale della città, dove fino ad oggi sono state segnalate più di 30 infezioni. Koike ha anche affermato che molti dei casi segnalati la scorsa settimana sono stati registrati nei distretti della vita notturna di Tokyo, con dozzine di infezioni legate ad aree popolate da club e altri luoghi di intrattenimento.
“Data la natura di questo virus, in questo momento è impossibile ridurre il livello di trasmissione a zero”, aveva detto lunedì il vice capo del gruppo di esperti di consulenza al governo giapponese Shigeru Omi, prima che arrivasse la notizia dell’ultimo picco. “Dopo la fine dello stato di emergenza, si sono verificati numerosi casi soprattutto a Tokyo e Fukuoka. Si tratta di una piccola ondata che ci saremmo aspettati ma non con questi numeri”.
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