Il leader della Lega, infatti, nelle scorse ore ha ricevuto altri pesanti messaggi minatori su Instagram. Messaggi di una violenza che sono l’indice della tensione e del clima di intolleranza che stanno crescendo nel nostro Paese.
Ma Salvini non è una persona che si lascia scoraggiare dall’azione di balordi che usano il web per spargere odio, alimentare paure e creare divisioni. L’ex ministro dell’Interno è consapevole che la libertà di parola è sacra ma ci sono dei limiti che non devono essere superati. E così, invece di subire in silenzio il delirio di fanatici, ha deciso di pubblicare sui suoi profili social gli screenshot dei vergognosi messaggi ricevuti. “Salvini, OCCHIO a tirare la corda, che prima o poi lo trovi quello che ti spara in testa” e “Come fa ad essere ancora vivo questo brutto gay” sono le due frasi “dedicate” al leader della Lega.
Di fronte a questi deliri l’ex ministro ha detto basta: “Questi delinquenti (e quelli che condividono) devono pagare per quello che hanno scritto”. Salvini, poi, si chiede se dopo gli ennesimi messaggi conditi dalla più sconcertante violenza riceverà vicinanza: “Secondo voi quanta solidarietà riceverò da un certo mondo politico, giornalistico e intellettuale???”.
Domanda retorica. Con il suo post Salvini non si aspetta manifestazioni di incoraggiamento e vicinanza da quanti quotidianamente lo attacco ma probabilmente ha voluto sottolineare quanto siano violenti alcuni messaggi che riceve e che l’odio che serpeggia sul web non proviene da una parte sola.
Tra i sostenitori del Capitano, però, il coro è unanime: solidarietà, affetto e inviti a tenere duro. Qualcuno chiede a Salvini di denunciare gli autori delle frasi violente. Un utente ha ammesso di non provare simpatia nei confronti del leader leghista ma ha rispetto verso l’uomo. In fondo si può essere politicamente distanti ma il rispetto verso la persona non può e non deve mancare. E la sinistra che vede fascismo e razzismo ovunque, ora anche nelle statue, dovrebbe condannare subito senza se e senza ma queste nuove intimidazioni rivolte ad un avversario, e non nemico, politico
fonte IlGiornale.it
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