Viaggi d’affari e sostenibilità (di Tony Ardito)

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L’82% delle aziende italiane è consapevole di dover apportare modifiche in termini di sostenibilità dei viaggi d’affari, ma solo il 20% è sicuro di riuscire nella impresa. Gli ostacoli più significativi sono la mancanza di interesse da parte della leadership (18%) e di conoscenze personali su tematiche green (16%).

Ciononostante, il 55% degli intervistati a livello europeo si sente ben preparato ad attuare un programma di viaggio sostenibile all’interno della propria organizzazione, ma spesso mancano dati a supporto.

È quanto emerge da una nuova ricerca di SAP Concur svolta in collaborazione con Raconteur. Lo studio condotto su 2.450 travel manager e 2.000 viaggiatori d’affari in 12 mercati europei, evidenzia che la maggior parte delle aziende ha tra le priorità la gestione di trasferte sostenibili, però si trova impreparata nell’affrontare la questione. Difatti, 6 professionisti su 10 riconoscono di non sentirsi adeguatamente attrezzati.

L’indagine rivela, altresì, aree di complessità e incoerenza da parte della leadership, dato che il 58% dei viaggiatori d’Europa sarebbe disponibile a rivedere le travel policy, mentre il 60% sarebbe disposto a trascorrere fino a 8 ore di viaggio in più per affrontare viaggi più ecologici.

Dopo questi mesi di interruzione dei viaggi, i business traveller di tutta Europa sono chiamati a porsi nuovamente la questione. La ricerca “Corporate Travel Sustainability Index” di SAP Concur mostra che la maggior parte delle aziende sta cercando di implementare scelte sostenibili per quanto riguarda i viaggi d’affari, nel contempo rimarca ancora molta confusione sul tema: una mission aziendale poco chiara, la mancanza di dati per aiutare i travel manager a scegliere opzioni più ecologiche sono solo due delle principali sfide che l’industria deve superare.

In Italia il 39% dei travel manager ha dichiarato di non disporre di dati o informazioni in grado di fornire un quadro accurato dell’impatto dei loro viaggi aziendali. A livello europeo tutte le altre nazioni prese in esame hanno espresso meno difficoltà nel reperimento di dati, con Spagna, Paesi del Nord e Benelux (34%), Francia (31%) e Regno Unito (29%) prima della Germania (27%), che risulta avere accesso a informazioni con più facilità.

Appare evidente che, quando la sostenibilità diventa realtà nei viaggi aziendali, la competenza in materia di dati sarà fondamentale. Non a caso, quelli che hanno valutato il loro utilizzo di dati come “eccezionale” avevano una probabilità 10 volte maggiore di considerare i propri viaggi aziendali altamente sostenibili.

di Tony Ardito

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