C’è Napoli che si fa valere con il 50% degli spostamenti si compie a piedi, in bici, in tram o bus elettrico, in treno, in metropolitana o con mezzi elettrici, dal monopattino all’auto, privati o in condivisione. Una percentuale che scende negli altri capoluoghi di provincia passando dal 20% di Benevento, al 18% di Caserta per chiudere con il 15% di Salerno.
Una fotografia tra luci ed ombre quella che ci offre Città MEZ, il rapporto di Legambiente sulla mobilità a emissioni zero, che ha fotografato prima del lockdown i cambiamenti in corso nei nostri capoluoghi di provincia, attraverso indicatori che evidenziano le forme di mobilità che non producono inquinamento.
Il rapporto analizza i dati dei 104 capoluoghi italiani attraverso diversi indicatori: dalla disponibilità di mezzi elettrici, all’inquinamento, al tasso di motorizzazione, alla presenza di piste ciclabili, al modal share, realizzando una prima mappatura sull’offerta di mobilità a zero emissioni su tutto il territorio nazionale.
I dati dimostrano che la mobilità delle persone in città sta cambiando, con una sempre maggiore propensione a scegliere modalità a “emissioni zero”. Ad aprile, il comprensibile timore della promiscuità sui mezzi pubblici ha indotto tante persone a usare l’automobile, alcune la bicicletta, ma solo nelle città più grandi; nella nuova normalità post-covid19, le politiche adottate dai Comuni e dal governo saranno determinanti.
Lo studio di Legambiente riesce a stimare e definire l’accessibilità, da parte dei cittadini come la quota degli spostamenti con il mezzo pubblico o con servizi di sharing mobility. A Napoli ad esempio l’accessibilità raggiunge il 35%((Tpl + bici +sharing) mentre gli spostamenti a zero emissioni (elettrici, bici, a piedi) rappresentano il 50%. Percentuali che scendono negli altri capoluoghi di provincia campani: a Salerno a fronte di un’accessibilità (Tpl + bici +sharing) del 22% gli spostamenti zero emissioni son
Un cambiamento verso la mobilità elettrica è rappresentata anche dalla crescita esponenziale delle infrastrutture dedicate alla ricarica. In Campania, dallo scorso anno ad oggi si è passati da da 104 a 141 punti di ricarica pubblici. La gran parte dei 60 mila veicoli elettrici targati circolanti in Italia si alimenta alla spina di casa o nei parcheggi aziendali. Scarseggiano vicino ai bar e ristoranti, al supermercato o nei parcheggi in struttura, dove ci si ferma comunque e volentieri. Colonnine di ricarica veloce quasi del tutto assenti nelle autostrade (Fonte: Motus-e).
“Con la riapertura autunnale di uffici e scuole – dichiara Maria Teresa Imparato, presidente Legambiente Campania – dobbiamo evitare l’aumento di congestione e smog, per questo è indispensabile rafforzare spostamenti ciclabili e intermodalità nelle città italiane. Ossia la migliore combinazione tra Trasporto pubblico locale e le diverse forme di sharing, spostamenti sicuri in bici, monopattini e a piedi.
Dobbiamo convincerci del fatto che uscire dall’inquinamento che contraddistingue i nostri centri urbani è possibile e al contempo possiamo riappropriarci di piazze e strade, rendendo più vivibili e sicure le nostre città. Anche in queste settimane dobbiamo registrare una disponibilità crescente dei cittadini a spostarsi con mezzi pubblici, ma soprattutto a Napoli, questa disponibilità viene minata quotidianamente da pochi treni, lunghe attese e disservizi complessivi del trasporto pubblico locale con mezzi spesso insicuri, sporchi e poco efficienti.
Ai cittadini che voglio lasciare l’auto e vogliono viaggiare in sicurezza gli si deve offrire un’alternativa sostenibile, integrata e efficiente per muoversi nelle città rilanciare l’economia e ridurre le disuguaglianze. La vera sfida che lanciamo alla politica regionale e quella locale è quella di costruire sui territori un nuovo welfare che comprende anche mobilità dei singoli, nelle comunità, con le stesse scuole, le università, le aziende, gli enti pubblici, le comunità (quartieri, condomini) che diventano luoghi dove si organizza la mobilità ambientalmente e socialmente sostenibile. A zero emissioni. “
Al comune di una città oiù vivibile non importa proprio
Signora Maria Teresa Imparato sarei curioso di sapere cosa ne pensa di questa ricerca il suo predecessore alla presidenza di Legambiente in procinto di candidarsi alle regionali con de luca! E lei cosa ne pensa del suo predecessore dagli occhi foderati di prosciutto?
A Salerno si pensa solo a Piazza della Libertà ed al Crescent ovvvero alle creature di De Luca.
Va be’, va anche detto che a Salerno ci sono zone collinari con salite talmente appese che la bicicletta scoraggia. Questo anche a Napoli, ma magari la usano tra zone pianeggianti, non per andare dai camaldoli al centro direzionale. Sicuramente moltissimi vanno a piedi
Per ID esistono le bici elettriche ed i monopattini elettrici. Non è certo una buona ragione non fare le piste ciclabili
questa è la salerno europea che vogliamo!!!! 🙁
ID, con una bici assistita anche le colline sono un problema relativo, te lo dice un cinghialone di 130kg.
Una grande invenzione, provane una se ne hai l’occasione.
Aspita! Checché ne dica megaloman, siamo ultimi in molte graduatorie, oltre ad aver esportato nel mondo il famoso “modello Salerno”. …..
In tanti anni non si è stati in grado di prolungare la pista ciclabile fino alla zona orientale, né di creare parcheggi di interscambio vicino alla metro, riorgannizzando le linee su gomma. Un’amministrazione totalmente assente in tema di ambiente e trasporto pubblico…