I dati emergono dalle analisi effettuate dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Napoli 2 Nord che ha seguito lo stato di salute e i contatti dei 3977 cittadini che, sopraggiunti sul territorio, avevano inviato una mail di autosegnalazione all’ASL, come previsto dalle ordinanze regionali.
Proprio in virtù di queste indagini, è stato possibile ricostruire le catene di contatti che evidenziano come 37 casi di contagio registrati nell’ASL Napoli 2 Nord potrebbero avere avuto quale link i viaggiatori di ritorno da zone rosse autodenunciatisi. Addirittura, in uno specifico caso, in una cittadina del territorio che ha registrato solo 12 contagi, 10 di essi parrebbero essere riconducibili al contatto di un viaggiatore asintomatico, poi rivelatosi positivo.
Dai dati emerge che mediamente la percentuale di contagiati che hanno dichiarato di essere entrati in contatto con un viaggiatore che si è autodenunciato e che si è poi rivelato essere un paziente positivo asintomatico è stata del 12.28%.
Dice Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord: “Siamo riusciti a contenere il contagio anche in virtù del lavoro minuzioso e quotidiano realizzato dai nostri servizi. A marzo, nelle prime settimane del picco epidemico, abbiamo riorganizzato completamenti i servizi di epidemiologia, radicandoli sul territorio, rafforzandoli con personale preso in prestito da diversi altri uffici ed utilizzando spazi che normalmente vengono destinati ad altre funzioni.
Tutti hanno lavorato con la massima dedizione ed attenzione, non badando ad orari, festività e impegni personali. Grazie al lavoro di questo centinaio di persone che ha operato nell’ombra, è stato possibile circoscrivere l’epidemia e limitarne la diffusione. Lo studio su quanto i viaggiatori abbiano impattato nel contagio dei nostri territori, è un esempio in questo senso. Dobbiamo essere grati loro per la grande prova di professionalità, dedizione e competenza dimostrata”.
Nel picco epidemico i servizi epidemiologici sono stati rinforzati con medici, impiegati, veterinari, ingegneri. In particolare, il gruppo della medicina del viaggiatore – quello che ha realizzato questo studio – ha visto una nutrita presenza di veterinari. In molti casi, temporaneamente, questi gruppi hanno lavorato in ambulatori e sportelli per il pubblico, degli spazi che per l’emergenza COVID non erano temporaneamente in uso.
Ennesimo caso oggi in cilento , donna contagiata da badante moldava , il lanciafiamme ha smesso di sparare ormai si pensa alle tasche nn alla vita
ci voleva un genio!!
15:50 e psicolabili mascherati: un CASO non è un morto, lo capite? caso può voler dire anche semplicemente un ASINTOMATICO, cioè uno che di fatto sta benissimo e non ha nulla, e che non se ne sarebbe mai accorto senza il test (fasullo tra l’altro, essendo NON validato).
Fatti un crodino.
23:58 fatto già, alla faccia tua e il rutto te lo dedico. Adesso riesci pure a dire qualcosa di piu intelligente?