Per farlo è “essenziale potenziare la macchina pubblica e ricorrere anche al supporto del privato. Urgono dal ministero della Salute chiare Linee guida per evitare che ogni regione vada in ordine sparso”. A dirlo Lettera 150, il think tank che riunisce circa 250 accademici di diverse discipline in un documento a firma di Giuseppe Valditara, coordinatore.
“Il momento che stiamo vivendo, ed il pericolo di una nuova espansione dell’epidemia, richiede la massima sinergia e collaborazione delle strutture pubbliche e private sul territorio nazionale al fine di garantire la più ampia diffusione delle indagini diagnostiche. Tre i motivi: la tutela della salute dei cittadini; la tutela dell’iniziativa economica e della tenuta del Paese; il risparmio per il Servizio sanitario nazionale”, si legge nel documento.
“In tal senso, risulta incomprensibile, oltre che inammissibile, che alcune Regioni decidano autonomamente di ostacolare il servizio diagnostico tramite la somministrazione di tamponi da parte delle strutture private già autorizzate dal SSN”.
Il rischio, evidenziano gli esperti di Lettera150, “ è di creare storture ed inefficienze sul territorio, proprio nel momento in cui serve il massimo sforzo per evitare il ripartire dell’epidemia. Chiediamo al ministero della Salute linee uniformi a livello nazionale che disciplinino il servizio. I tamponi su vasta scala restano l’unico strumento per individuare gli infetti e circoscrivere i focolai. Il Paese non può permettersi nuovi lockdown”.
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