“Quest’anno la festa del nostro Santo Patrono si celebra in un momento storico gravido di preoccupazioni, interrogativi circa il futuro, difficoltà a vari livelli – ha detto l’arcivescovo Bellandi nel corso dell’Omelia – non ultime quelle concernenti la ripartenza delle attività scolastiche e quelle connesse al settore economico, con molte imprese che guardano con ansia ai prossimi mesi. Inoltre, anche il clima sociale – comprensibilmente – sembra attraversare un momento di (chiamiamola) “turbolenza”.
Se nei mesi del lockdown noi tutti eravamo rimasti ammirati dal senso di responsabilità espresso dalla stragrande maggioranza delle persone, dai medici e personale sanitario ai volontari della Protezione civile, da coloro – lavorando in ambiti per così dire strategici – avevano garantito a tutti le condizioni minimali per vivere, fino a tutti gli addetti alla sicurezza, nel momento attuale – invece – purtroppo si evidenziano nella società civile sempre più numerosi segni di insofferenza e rinnovati cedimenti alla litigiosità.
La tentazione di guardare esclusivamente al proprio benessere e di “puntare il dito” verso gli altri trova sempre minore resistenza e limiti. Certamente possono a volte notare– a livello delle istituzioni, ma non solo – alcune incertezze, carenze, decisioni contraddittorie circa le vie da intraprendere per garantire al tempo stesso sicurezza sanitaria e ripresa delle diverse attività; ma non bisogna nemmeno dimenticare, però, che la crisi che stiamo attraversando è realmente complessa, difficilmente prevedibile negli sviluppi futuri e carica di conseguenze differenziate nei molteplici settori della vita sociale. Dobbiamo perciò con lealtà riconoscerlo: le soluzioni non sono spesso facili da individuare, nonostante l’impegno e la buona volontà di molti rappresentanti della vita civile.
Il problema è che, talvolta, sembrano prevalere logiche e prospettive fortemente individualistiche, che facilitano così il diffondersi di una conflittualità sociale che certamente non aiuta l’affronto dell’emergenza attuale, e di cui gli atti di efferata violenza, che purtroppo si registrano ormai quasi quotidianamente contro le persone più deboli e indifese, rischiano di non essere altro che la punta di un iceberg di un malessere profondo che il Covid-19 ha sì contribuito ad amplificare, ma che non ha certo generato dal nulla”.
Annullata anche la tradizionale processione che si snodava lungo le vie del centro cittadino. E’ prevista, invece, la veglia di preghiera al Duomo alle 18,30 con le letture, le acclamazioni e i canti in riferimento ai quattro momenti della processione. Alle 20.30 invece si terrà la celebrazione conclusiva.
Respinta anche la richiesta del questore ad accendere i fuochi d’artificio: la priorità, è stato sottolineato, è quella di svolgere le celebrazioni del Santo Patrono “secondo modalità tali da garantire il rispetto della normativa emergenziale e della tutela della salute pubblica”.
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