Domenico De Rosa: «Dottor Vespa, lei che ha un’esperienza importante, da quanto tempo ha sentito parlare delle Autostrade del Mare in Italia?»
Bruno Vespa: «Guardi, dagli anni Ottanta. Io ricordo sempre il Ministro dei Trasporti era l’onorevole Bozzi: un vecchio signore liberale, con la barba bianca. Finalmente, quarant’anni fa, ci si accorse che l’Italia è immersa nel mare, prima non ci si era fatto caso. E voi, come ve la cavate?».
De Rosa: «Noi dobbiamo dire che quest’anno, con grande orgoglio, festeggiamo i 25 anni delle Autostrade del Mare. Possiamo dare per consolidata come realtà alternativa al trasporto stradale le vie del mare, che oggi rappresentano davvero l’unica alternativa a una viabilità fortemente compromessa dall’arretratezza infrastrutturale del nostro Paese. Lei ha sentito che cosa è capitato negli ultimi mesi sulle autostrade liguri?».
Vespa: «Una tragedia assoluta. Ma quello sarebbe stato evitabile facendo il trasporto via mare?».
De Rosa: «La cosa pazzesca è che noi abbiamo le navi che non riusciamo a riempire perché i camion non riescono ad arrivare nei porti di Savona e di Genova. Rallentato il percorso stradale non riusciamo a far sì che le Autostrade del Mare non riescano a dare il loro massimo potenziale. Per cui necessita assolutamente una forte scossa dal punto di vista dell’accelerazione».
Vespa: «Fatto cento il numero di camion che attraversano l’Italia quanti poi per arrivare da sud a nord o da nord a sud passano per il mare?».
De Rosa: «La risposta è troppo pochi. Attualmente noi giriamo attorno al 15%, è assolutamente troppo poco. Perché non abbiamo ancora una adeguata capacità ricettiva sulle portualità. Paradossalmente le navi si stanno ingigantendo – a breve avremo per la Spagna delle navi da 500 camion – ma la infrastruttura portuale non è capace di recepire. Per cui urge necessariamente fare uno sforzo infrastrutturale sugli hub portuali. E l’Italia è stretta e lunga, e questo è un dato di cui anche la politica dovrà, prima o poi, rendersene conto in maniera fattiva».
Vespa: «Siccome sta arrivando una quantità di soldi che non avremmo mai immaginato, purtroppo per una tragedia, ma sta arrivando, speriamo che una parte di questi soldi serva per gli investimenti anche nei porti per rendere un po’ più percorribile l’Italia, visto che percorrendo il mare non si da fastidio a nessuno».
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