Matteo Paolillo interpreta Edoardo Conte, un piccolo boss di sedici anni con la passione per le donne e per le tigri condannato per spaccio, che fa parte del gruppo di giovanissimi detenuti all’interno del carcere minorile di Nisida a Napoli. All’interno dell’IPM (Istituto di Pena Minorile) è il numero due dopo Ciro (interpretato da Giacomo Giorgio). La doppia puntata che andrà in onda questa sera a partire dalle ore 21.15 su Rai Due sarà incentrata proprio sul percorso di Edoardo prima e dopo il suo arresto.
“Mare Fuori” tratta in maniera cruda e realistica i temi più scottanti della criminalità minorile e del vissuto all’interno del carcere minorile posizionato a picco sul golfo di Napoli. Una storia universale che ha già attirato l’interesse di diversi paesi: “Mare Fuori” infatti è stata già venduta in Francia, Spagna, Germania, Scandinavia e Stati Uniti. Nel cast della serie tv diretta dal regista Carmine Elia (“Don Matteo”, “La dama velata” e “La porta rossa” tra i suoi lavori) fa parte anche Carolina Crescentini, che interpreta la direttrice Paola Vinci, oltre, come detto, a tanti giovani attori emergenti.
Dopo alcuni ruoli minori in altre fiction Rai come “Vivi e lascia vivere” e “Don Matteo 10” ed il grande successo ottenuto grazie alla sua interpretazione nel film della regista Alessandra Mortelliti “Famosa”, arriva con “Mare Fuori” il primo vero banco di prova sul piccolo schermo per il salernitano Matteo Paolillo, il quale ha peraltro firmato ed interpretato la sigla iniziale della serie, intitolata “’O mar’ for’”.
Molto avvincente. La guardo con interesse. A mio avviso il quadro che ne esce è molto più preoccupante di quello di Gomorra. In questa fiction spaventa l’idea di come è facile per un giovane di buona indole e di buona famiglia rimanere invischiato in problemi di malavita. Quello che non capisco è perché Gomorra ha suscitato l’ira di tutti i benpensanti napoletani (a partire da Vincenzo De Luca), mentre Marefuori raccoglie solo consensi. Gli idoli e gli eroi malavitosi ci sono anche qua, per giunta minorenni e tutto sembra inevitabile, comprese violenze di ogni genere e torture, anche per la compiacenza gravissima degli agenti di custodia, preoccupati solo di trovare il loro modus vivendi in una realtà agghiacciante.
quello che non capisco pure io perché gli agenti penitenziari assistono sempre passivi alle peggiori nefandezze e non parlo solo di questa fiction
Lontana dalla realtà. Le guardie vedono maltrattare quello e non intervengono? Nella realtà sai quanti rapporti sarebbero stati inviati al comandante. Poi il direttore o direttrice sicuramente nella realtà si farebbe vedere nei corridoi del carcere anche per controllare lo stato dei detenuti ed il lavoro delle guardie. Unica cosa vera i litigi quelli possono capitare sempre, ma continue aggressioni come nella fiction con il personale che non interviene? Nemmeno se uno si compra tutto il carcere, poi parliamo di un istituto minorile.