Dunque si procede di concerto con i governatori, si collabora per seguire una strategia comune, muovendosi in base all’indice Rt delle varie aree. Fondamentale per decidere come e dove intervenire sarà il monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità che arriverà oggi, al massimo domani. E fornirà un quadro aggiornato della situazione. Il ministro della Salute Roberto Speranza e quello degli Affari regionali Francesco Boccia trattano con le Regioni, lavorano insieme per rendere le misure omogenee in tutta Italia. Consapevoli che quanto deciso finora – compreso l’uso obbligatorio delle mascherine — all’aperto e al chiuso e il coprifuoco dalle 23 o dalle 24 — potrebbe non bastare ad evitare il peggio. Lo studio dell’Iss sugli scenari di crisi ha già individuato il livello «alto», il peggiore, in tre settimane consecutive di Rt oltre l’1,5.
La preoccupazione forte riguarda gli ospedali. Perché è vero che molte strutture sanitarie reggono, ma altre sono in affanno, in alcune città i posti cominciano a scarseggiare. E si è abbassata, rispetto alla primavera scorsa, l’età media di chi presenta sintomi anche gravi. Ieri le persone ricoverate in terapia intensiva erano 926. Una settimana fa, il 14 ottobre, erano circa la metà, 539. È questo il dato che allarma e su questo si stanno modulando gli interventi. Con la convinzione che oltre le 2.300 persone in condizioni gravi il sistema rischi di collassare.
Di fronte a un peggioramento della situazione la prime attività a dover chiudere i battenti sarebbero le sale giochi. Nonostante le limitazioni decise a livello regionale, l’affollamento in uno stesso luogo chiuso viene ritenuto molto a rischio. È vero che i mancati introiti in questo settore provocherebbero danni pesanti all’erario, ma è pur vero che si tratta di un’attività ricreativa e dunque ritenuta sacrificabile.
Le verifiche affidate ai carabinieri del Nas hanno dimostrato finora il rispetto dei protocolli nella maggior parte dei casi. Oggi arriverà una stretta ulteriore che rende obbligatorie tutte quelle precauzioni finora facoltative, in particolare la misurazione della temperatura e lo scaglionamento ulteriore agli ingressi. È il frutto dell’accordo tra le associazioni di categoria e il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora determinato ad evitarne la chiusura. «Se sospendiamo la loro attività — ha ripetuto anche ieri — dovremmo chiudere anche bar e ristoranti».
Sorvegliati speciali rimangono i centri commerciali. Alcuni governatori hanno già deciso di farli rimanere chiusi durante il fine settimana, dove maggiore è la circolazione delle persone. Se la curva epidemiologica continuerà a salire, il governo potrebbe estendere questa misura a tutto il territorio nazionale. Lasciando però aperti i negozi di generi alimentari e le farmacie, proprio come ha già fatto la Lombardia. Un provvedimento che al momento viene però valutato come estremo e che si sta cercando di evitare convincendo le Regioni ad intervenire lì dove il numero dei nuovi positivi e dei ricoverati continua ad aumentare.
L’obiettivo è evitare che i cittadini possano spostarsi da una Regione all’altra per aggirare i divieti. Per questo il governo sta trattando con i governatori il contenuto delle ordinanze che — come prevede il decreto del 7 ottobre — devono essere controfirmate dal ministro Speranza. Obiettivo è far entrare in vigore norme, in particolare quelle relative al coprifuoco che scatta alle 23 o alle 24, che siano uguali per tutti. Se questa linea non fosse sufficiente, si potrebbe impedire di viaggiare da una Regione all’altra se non per «comprovate esigenze» e dunque motivi di lavoro, di salute o altre urgenze. «Dobbiamo impedire in ogni modo che si ripeta quanto accaduto l’estate scorsa alimentando la circolazione del virus in maniera incontrollata», spiegano alcuni esponenti dell’esecutivo ribadendo quanto dichiarato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte di fronte al Parlamento: «Si devono evitare gli spostamenti non necessari».
Corriere
poi veniamo tutti a mangiare a casa vostra pagliacci e incompetenti,siete solo un circo
Questo è grazie ai mesi in cui il virus era scomparso causa elezioni, adesso dovreste stare in silenzio e nn rompere . Chiudete tutto ma prendetevi le conseguenze perché come stato nn riuscite a garantire nemmeno il cibo da mettere a tavola , pretendete solo che vengano pagate tasse e bollette. Ladri
Hanno avuto 7 mesi di tempo per non fare nulla ne ospedali ne ampliare terapie intensive le loro incapacità le vogliono riversare sui cittadini facendoli morire di fame e stenti. Siete degli infami speriamo che il popolo si svegli
La cosa più triste, che a maggio o giugno, non ricordo, avevano, IN POMPA MAGNA, detto che i posti in terapia intensiva sarebbero arrivati a 15.000, perchè con questo numero, potevamo fronteggiare l’aumento dei ricoverati in terapia intensiva, in maniera tranquilla. Morale in Francia,Germania, ed altri paese hanno un numero di posti in terapia intensiva altissimo, noi al massimo 4000-4500 e gli altri posti che fine hanno fatto? Ed in Campania, dove sono stati spesi 18 milioni? . Ecco perchè si bloccano a 2300, perchè non hanno fatto nulla. Per complicare, poi le cose, mentre gli altri paese hanno fatto incetta di tamponi veloci, per vedere se hai l’influenza o il COVID, noi invece siamo fermi…. SARA UN CAOS