Lockdown in Italia, il governo pronto a un nuovo urgente Dpcm

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Le Regioni vanno in pressing per ottenere nuove misure, anche drastiche, e il governo sta valutando una stretta su tutte le attività non essenziali per frenare il numero dei contagi da Covid 19.

Il Covid corre e anche Giuseppe Conte ha deciso di cambiare passo. La scelta di attendere una settimana e monitorare la situazione e gli effetti delle misure già prese a questo punto potrebbe causare ritardi troppo pesanti nella gestione dell’emergenza.

Il presidente del Consiglio in questa seconda parte dell’emergenza ha guidato l’ala cauta e prudente del governo, restia a inasprire troppo le regole anti-virus per non danneggiare ulteriormente l’economia. Ma adesso i numeri dei contagiati e delle terapie intensive allarmano Palazzo Chigi, dove in queste ore è ripartito il lavoro su nuovi provvedimenti per restringere ancora un po’ le libertà dei cittadini.

«Sappiamo tutti che dobbiamo correre», spiega un ministro che lavora al dossier.

Le Regioni incalzano il governo e anche il ministro Roberto Speranza, che ha concordato con i governatori le ultime ordinanze, è più che mai convinto che bisogna irrigidire le regole.

Una decisione definitiva sarà presa dopo aver analizzato gli ultimi dati del bollettino quotidiano e del monitoraggio settimanale, ma i tecnici di palazzo Chigi sono già al lavoro per un nuovo Dpcm.

Dopo l’allarme lanciato dal governatore della Lombardia Attilio Fontana, l’istanza di lockdown totale avanzata da quello della Campania Vincenzo De Luca («Siamo a un passo dalla tragedia, chiediamo un lockdown subito: facciamo quello che abbiamo fatto a marzo, chiudiamo 30-40 giorni», ha detto) le dichiarazioni del presidente del Lazio Nicola Zingaretti che sollecita di «valutare l’efficacia delle misure già prese», sul tavolo dell’esecutivo ci sono diverse ipotesi da analizzare.

Con una linea già definita: uscire di casa soltanto per lavorare e andare a scuola, sia pur in maniera scaglionata.

Rimane infatti l’esigenza di alleggerire il trasporto pubblico, ritenuto dagli scienziati uno dei diffusori principali del virus.

L’ipotesi prevalente prevede un coprifuoco alle 21 su tutto il territorio nazionale, la chiusura di palestre, piscine, bar, ristoranti e la serrata dei negozi nel fine settimana.

Ci sono però altre possibilità che si stanno valutando, compresa una limitazione più morbida per i negozi e un coprifuoco alle 22.

 

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