Con tutta probabilità non sarebbero state rispettate le prescrizioni relative all’uso della mascherina e del distanziamento interpersonale. Nei giorni precedenti il Natale i primi sintomi del virus hanno indotto gli interessati a sottoporsi al test antigenico presso laboratori privati. Tra questi la direttrice del coro ma anche uno dei figli del defunto, risultati positivi.
La ricostruzione della rete dei contatti delle 8 persone, da parte di Comune e Asl, ha previsto l’esecuzione, per lunedì prossimo, di 25 tamponi molecolari per altrettanti cittadini di Furore messi in quarantena.
Dai risultati si conoscerà la reale portata della diffusione del virus.
Nel paese di poco più di 700 anime regna la preoccupazione per il rischio di un nuovo focolaio.
Critiche da più parti sono state mosse circa la presunta inosservanza delle regole anticovid nel corso del rito funebre in questione.
Intanto il sindaco di Furore Giovanni Milo è corso ai ripari e con ordinanza numero 55/2020, firmata in data di ieri, 25 dicembre, ha introdotto ulteriori misure di prevenzione e contrasto alla diffusione del virus.
Con decorrenza immediata e fino al 6 gennaio prossimo è vietato far visita a parenti ed amici se non per comprovate motivazioni di necessità ed urgenza.
Inoltre è stata disposta la temporanea chiusura al culto delle Chiese insistenti sul territorio “salvo la celebrazione di cerimonie funebri da tenersi in forma strettamente privata limitatamente ai parenti stretti” e del Cimitero comunale.
A Furore la “zona rossa” è stata estesa anche ai giorni 28, 29 e 30 dicembre e 4 gennaio 2021.
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