Ma quando il giovane si rese conto che quest’ultimo non aveva accettato di diventare il suo amico virtuale, iniziò a inviargli messaggi minacciosi. Uno di loro in particolare ha esplicitamente detto: “Accetta la mia richiesta di amicizia o ti ammazzo”.
Due giorni dopo, ha postato un nuovo messaggio al suo ex datore di lavoro dicendogli che “sarebbe stato nei guai” se messo in condizioni di andare a cercarlo. Il signor Burczyk è poi andato a casa della sua vittima e ha preso a calci la sua porta di casa diverse volte. Il filmato di sorveglianza, infatti, mostra l’uomo che tenta di sfondare la porta. Il giovane, ora dovrà comparire in tribunale il 27 gennaio.
Il cyberstalking può integrare condotte ritenute perseguibili penalmente ovunque, ed anche in Italia. Attenzione, dunque, a ciò che si scrive in rete anche nei messaggi invitati in privato perché il limite per il quale si può rischiare dapprima una misura cautelare personale e quindi, una condanna che preveda anche il carcere, è molto labile.
Commenta