A dimostrare che somministrare il vaccino prioritariamente ai soggetti anziani è la strada da intraprendere per salvare più vite è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati dell’Università del Colorado di Boulder, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Immunologia e Malattie Infettive della prestigiosa Scuola di Medicina “T. Chan” dell’Università di Harvard e del Dipartimento di Ecologia ed Evoluzione dell’Università di Chicago.
I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Kate Bubar, studentessa laureata del Dipartimento di Matematica Applicata, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a punto un sofisticato modello matematico attraverso il quale è stato calcolato l’impatto della vaccinazione in varie fasce d’età.
“Il buon senso suggerirebbe di voler proteggere prima le persone anziane e più vulnerabili della popolazione. Ma il buon senso suggerisce anche che si desidera proteggere per primi i lavoratori essenziali in prima linea (come i commessi dei supermercati e gli insegnanti) che sono a maggior rischio di esposizione”, ha dichiarato il dottor Daniel Larremore, coautore dello studio e biologo computazionale presso il Dipartimento di Informatica dell’ateneo del Colorado. “Quando il buon senso ti porta in due direzioni diverse, la matematica può aiutarti a decidere”, ha aggiunto l’esperto.
Commenta