Una volta identificato un utente al disotto dei 13 anni, il suo account verrà rimosso. Per farlo con ragionevole certezza, successivamente ad una prima verifica, la società si è impegnata a valutare ulteriormente l’uso di sistemi di intelligenza artificiale.
Poiché l’individuazione di tali soluzioni richiede un bilanciamento tra la necessità di accurate verifiche e il diritto alla protezione dei dati dei minori, la società si è altresì impegnata ad avviare con l’Autorità privacy dell’Irlanda – Paese nel quale la piattaforma ha fissato il proprio stabilimento principale – una discussione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale a fini di “age verification”.
Dal 4 febbraio scorso, il popolare social ha lanciato una campagna informativa sia sulla app che su altri canali. Sulla app, sta inviando notifiche push agli utenti prima di bloccarli, e li ha informati sul requisito dell’inserimento dell’età. Pubblicati, inoltre, dei banner per fornire link con informazioni sugli strumenti di sicurezza e su come cambiare le impostazioni del profilo da “pubblico” a “privato”.
Sul web e sulla carta stampata la campagna si rivolge specificamente ai genitori, ribadendo, tra l’altro, il limite di età per l’iscrizione alla piattaforma. Infine, a beneficio dei minori, TikTok ha migliorato il riassunto della propria Informativa Privacy sull’app per gli utenti under 18, onde spiegare, in modo accessibile e coinvolgente, i tipi di dati che raccoglie e come essi vengono trattati. Il social cinese si è pure impegnato a duplicare il numero dei moderatori di lingua italiana dei contenuti presenti sulla piattaforma.
La verifica dell’Autorità per la protezione dei dati personali sarà estesa anche agli altri social, in particolare riguardo alle modalità di accesso alle piattaforme da parte dei minori. Tutte le piattaforme hanno assicurato totale collaborazione, mentre, tra gli esperti, spuntano proposte e idee per certificarsi che i minori possano accedere ai social nel pieno rispetto della legge.
C’è da evidenziare che la legge già prevede che gli under 16 (in Italia 14) non possano usare direttamente servizi che trattano dati personali in assenza di espressa e comprovata autorizzazione del titolare della responsabilità genitoriale. Vale per tutti i servizi e anche per l’iscrizione ai social network.
A mio avviso, sono e restano comunque imprescindibili l’accompagnamento, il costante monitoraggio e la necessaria vigilanza dei genitori nei confronti dei figli, prima ancora che nel loro agire via social, in quello individuale, famigliare e sociale.
Tony Ardito
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