Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando le parole pronunciate nel pomeriggio di ieri dal premier Mario Draghi a Montecitorio.
De Fazio, ricordando che entro novanta giorni dal voto di fiducia l’Esecutivo dovrà deliberare sulla conferma o meno dei Vertici dei dipartimenti, poi prosegue: “le carceri, così come gli istituti penali per minorenni e l’esecuzione penale esterna, non possono rispondere sic et simpliciter a logiche di spoil system, ma necessitano di progettualità, programmazione, pragmatismo e, non ultima, responsabilità che solo la continuità può garantire.
Non confermarne i Vertici, con quello del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in carica da soli nove mesi, dopo le rivolte di marzo e le polemiche sulle scarcerazioni seguite dalle dimissioni di Basentini, sarebbe illogico e deleterio e si tradurrebbe col rimettere in discussione quanto sinora di buono realizzato e pianificato e col dover ricominciare nuovamente daccapo”.
“Il Capo del DAP, Bernardo Petralia, con la sua squadra, – argomenta ancora il leader della UILPA Polizia Penitenziaria – sin dal proprio insediamento si è dimostrato aperto al dialogo con le Organizzazioni Sindacali e, soprattutto, propenso a recepirne – almeno sotto il profilo progettuale – le rivendicazioni e le istanze, tanto che molte di esse sono entrate a far parte del documento di programmazione generale per l’anno 2021 e per il triennio 2021-2023.
Documento, quest’ultimo, che per la prima volta è stato reso pubblico andando così a tracciare una rotta che dovrà orientare lo stesso Capo del DAP, laddove ogni scarto ne cristallizzerebbe un possibile insuccesso. Avvicendarlo vorrebbe dire rimettere tutto in discussione e sollevare dalle responsabilità, rispetto a quel programma, il nuovo incaricato, ma soprattutto scaraventerebbe per l’ennesima volta nell’incertezza le carceri e una delle forze di polizia del Paese”.
“Esigenze non dissimili – prosegue – si avvertono anche per il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, nato dopo le riforme del 2015 e sinora sapientemente guidato da Gemma Tuccillo, di cui non va disperso il patrimonio di esperienza e coerente pragmatismo nel processo di rinnovamento, avendo peraltro contribuito all’ingegnerizzazione di quelle riforme dall’Ufficio di Gabinetto del Ministro della Giustizia”.
“Questo, ovviamente, non significa affatto che non vi siano differenze e che non ci possano essere divergenze e persino scontri su singoli temi; ma anche gli scontri sono utili solo se inducono a un cambiamento rispetto agli elementi che li ingenerano, i quali possono evidentemente conseguirsi esclusivamente attraverso la continuità del confronto.
Invitiamo pertanto la Neoministra Cartabia, di cui si conosce la particolare sensibilità in tema di politiche carcerarie e di esecuzione penale, il Presidente Draghi e il Governo tutto, ai quali rivolgiamo altresì gli auspici di buon lavoro nell’interesse del Paese, – conclude De Fazio – a confermare, con l’urgenza che la delicatezza degli affari a cui presiedono richiede, i Vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità”.
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