L’inchiesta di Fanpage ieri, quella della Procura oggi ha riportato all’attenzione un allarme ambientale che dura da decenni e che la politica non ha voluto affrontare, quello dello smaltimento dei fanghi di depurazione, un vero e proprio buco nero: in Campania sono circa 300mila le tonnellate di fanghi da depurare ogni anno prodotti dagli impianti della regione.
Il prezzo medio per lo smaltimento si aggira intorno ai 190 euro a tonnellata, portando quindi il giro d’affari legale a 60 milioni di euro all’anno a carico dei vari enti locali. Tonnellate di rifiuti speciali che oggi vengono trasportate in Puglia o in Sicilia vista l’assenza in Campania di discariche speciali e di impianti di trattamento adeguati. Uno scenario che ha stimolato e stimola gli appetiti illeciti di imprenditori senza scrupoli a danno del territorio e dell’ambiente.
Da decenni gli addetti ai lavori, amministratori locali e regionali, conoscevano bene l’entità delle quantità da smaltire. Semplicemente si è sempre fatto finta di nulla, senza voler affrontare la questione in maniera sistematica e strutturale, adeguando gli impianti stessi per il trattamento in loco dei fanghi. Come purtroppo accade spesso in Campania è mancata la volontà politica di affrontare questa problematica, dando vita anche in questo caso a una gestione che fa acqua da tutte le parti.”
In una nota Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania commenta inchiesta condotta dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Napoli sulle attività della Sma Campania, la società in house della Regione che si occupa risanamento ambientale.
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