Multiproprietà dei club di calcio per mettere in “fuori gioco” l’effetto Covid19? In un momento aziendale negativo dove il Covid19 mette in dubbio la sostenibilità delle società di calcio e dello sport in generale, lo “strumento” della multiproprietà potrebbe essere considerato “strategia temporanea”, per traghettare l’azienda calcio, verso una vincente “continuità aziendale”.
In assenza di “ricavi da stadio”, con la diminuzione dei “ricavi da marketing e merchandising”, e relativa determinazione invariata di “costi fissi di gestione”, la “multiproprietà temporanea” potrebbe evitare l’implosione dell’azienda calcio.
Le prime stime dell’effetto Covid19 sulle società di calcio del “vecchio continente”, (attivate da Calcio&Finanza) rilevano una “diminuzione di ricavi societari” per un valore determinato tra i 6,5 mln euro e 8,00 mln di euro, con relativa ricostruzione a breve del capitale sociale per un valore stimato di pari importo (solo i 20 top club europei, hanno perso circa 1,1 mld di euro).
Alla data del prossimo 30 giugno 2021, le società di calcio (relativamente alla stagione sportiva 2020/2021), potranno avvalersi delle norme Covid19 (rinvio delle perdite di esercizio ed alla mancata contabilizzazione degli ammortamenti), ma le stesse, dovranno attivare progetti aziendali finalizzati a “riequilibrare i conti economici negativi” derivanti dall’effetto pandemico.
Il tema delle “multiproprietà delle società professionistiche di calcio” è divenuto, negli ultimi anni, argomento di rilevante attualità, tale da far prospettare, ai vertici del calcio nazionale, ipotesi di riforme imminenti atte a regolamentare ed al tempo stesso, limitare tale fenomeno.
Al fine di evitare conflitti d’interessi ed a salvaguardia della competitività delle società interessate e dei relativi campionati, la Figc ha legiferato che “le partecipazioni che determinano in capo al medesimo soggetto il controllo diretto o indiretto in società professionistiche siano vietate dall’art. 16 bis delle Noif (Norme Organizzazione Interne Federali) e art. 7 commi 7,8,9 dello Statuto Federale”.
L’art.16 bis delle Noif rileva che: in “caso di multiproprietà di società di calcio”, partecipanti nello stesso campionato, i “soggetti interessati alla multiproprietà” entro 30 giorni devono “cessare e rimuovere tale situazione di controllo societario”.
In caso contrario la ”società oggetto di controllo” non sarà ammessa a partecipare al campionato di appartenenza, con relativa decadenza dei contributi federali. Tale “situazione di criticità”, determina la violazione della normativa di cui all’art. 2086 del codice civile in tema di “continuità aziendale”, con tutte le successive complicazioni giuridiche relative alle società di capitali.
Multiproprietà “temporanea dei club di calcio”, per vincere la sfida allo sport Covid19?
Antonio Sanges – Dottore Commercialista
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