Le associazioni degli operatori del commercio su aree pubbliche Anva Confesercenti regionale, Assocampania, Aicast hanno ottenuto dalla Regione Campania un confronto sulle disposizioni dell’Ordinanza numero 10 del 21 marzo 2021. La riunione si è svolta lunedì 22 marzo su piattaforma.
I partecipanti sono stati: Aniello Ciro Pietrofesa (Anva Confesercenti); Vincenzo Speranza (Assocampania); Antonio Vitale (Aicast); Franco Picarone (presidente Commissione Bilancio Regione Campania); Bruna Fiola (Consigliere regionale); Antonio Marchiello (Assessore Attività Produttive Regione Campania).
Aniello Ciro Pietrofesa: “Abbiamo chiesto urgentemente questo incontro in quanto riteniamo errato il dettato dell’Ordinanza laddove non permette la vendita alimentare nelle aree mercatali se non nei casi in cui, al loro interno, siano presenti negozi/box provvisti di allaccio diretto alla rete idrica.
Il richiamato DPCM del 2 marzo 2021, nel regolare le attività commerciali in zona rossa, all’articolo 45 fa espressamente riferimento alle aperture delle attività mercatali ‘dirette alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici’.
Decontestualizzato, poi, il richiesto requisito dell’allaccio alla rete idrica. Davvero la Regione crede che la presenza di un fontanino per banco alimentare incida sulle dinamiche del contagio?
Ricordiamo alla Regione Campania, alla sua Unità di Crisi ed a chi scrive le Ordinanze che il Ministero della Salute vincola la presenza del punto-acqua ai soli banchi di vendita ittica.
Per tutti gli altri prevede che esso sia presente nei pressi, anche in comune.
Tutti i nostri mercati rispettano i requisiti di legge. Tanto che, per ognuno, i rispettivi Comuni emettono e rilasciano il nulla osta sanitario. I mercati sono luoghi sicuri: lo screening fatto a Torrione lo dimostra: su 400 test antigenici, sono risultati zero positivi.
Questa Ordinanza chiude le vendite all’aperto e apre quelle al chiuso a tutto beneficio dei supermercati; determina grandi affluenze nelle loro corsie spesso al di sotto del metro di ampiezza con consumatori a fare acquisti ‘gomito a gomito’ e file alle casse; determina la conseguenza dell’innalzamento dei prezzi dei beni di prima necessità acuendo la crisi di fette sempre più ampie di popolazione; danneggia enormemente la nostra categoria già ampiamente colpita dalla crisi.
Oggi la Campania è l’unica regione in Italia a mantenere i mercati chiusi: negli ultimi, pochi, mesi accusiamo la scomparsa di mille delle 28mila imprese del nostro settore”.
Vincenzo Speranza: “Quest’Ordinanza è inaccettabile, sbagliata e rappresenta un errore strategico della Regione: essa parte dall’assunto che i mercati siano fonte di contagio quando, invece, i contagi sono aumento proprio in regime di mercati chiusi. L’unico risultato è di gettare sul lastrico 28mila famiglie. Chiediamo alla Regione il ritiro o la modifica del documento, dando la possibilità di aperture alla vendita anche dei generi non alimentari ma di prima necessità”.
Antonio Vitale: “La Regione deve avere la certezza che nei mercati campani sono rispettate le misure anti-contagio”.
Assessore Marchiello, presidente Picarone e consigliere Fiola hanno chiesto alle tre associazioni di produrre in tempi rapidi un documento unitario con l’argomentazione puntuale delle osservazioni. Documento che sarà portato all’attenzione, innanzitutto, della Unità di Crisi.
Al sig. Ciro pietrofresa ma simm sicur…….. dico io che lei è all’altezza di rappresentare una categoria importante ed impegnativa come questa? Le spiego anche perche questo mio lecito dubbio. Sono un cittadino salernitano, e vedo,vivendo la mia città, come l’unico mondo a parte in questa bizzarra situazione pandemica, siano le aree mercatali da lei rappresentate, perché mentre tutti si affannano a far rispettare quelle poche preziose regole che permettono negozianti di boccheggiare almeno il minimo per pagare le tasse, comprando prodotti sanificanti pagando ditte che sterilizzato ecc…. viviamo poi la realtà importante del commercio mercatale che di fatto rimane un accozzaglia senza regole, senza nessuno che controlli vigili compresi, venditori che come al solito vendono in discariche che loro stessi sversano a terra, senza un indicazione o un percorso per evitare accalcarsi di persone, senza alcuna delimitazione a nessuno e a niente, ma di cosa vogliamo parlare sig. Pietrofresa del reparto pescherie o ortofrutta dove invadono di buste con urine il suolo dove loro stessi vendono ma siamo seri e facciamo prima di tutto sensibilizzazione nel settore che lei presiede e poi al limite avanzi proposte nel frattempo sensibilizzi quella minima parte che inquina un intero onesto comparto . Grazie
Innanzitutto se lei vuole parlare con me visto che io ci metto faccia ed il mio nome, ci metta almeno di suo di nome e non si nasconda come un coniglio dietro la tastiera.
Io non voglio parlare di cosa non va in tanti negozi, non mi appartiene la cultura di fare guerriglie, io valuto ciò vedo e quello che i cittadini mi chiedono.
Se lei vede commettere un reato, un abuso, una trasgressione delle più civili regole, non si deve voltare dall’altra parte ma denunciare con nome e cognome, e facile dire che gli ambulanti sono tutti cattivi, ma poi vuole salvare le persone perbene che ci sono, lei ha già fatto il danno perché ha messo i molti buoni a paragone dei pochi cattivi, il suo giudizio ha forse una sola finalità, pensare di non far andare piu nessuno a spendere nei mercati.
Poi noi chiediamo da tempo una grande riqualificazione, su via Piave gli ambulanti sono tornati sotto un mercato adeguato, li gli operatori puliscono bene a terra, così come avviene a Pastena, a torrione la maggior parte rispetta le regole, sono in pochi quelli che non lo fanno a torrione.
Anche su questo si attiveranno i controlli per evitare che i pochi maleducati prevalgano su chi non lo e.
La invito a denunciare quegli operatori che lei dice lasciare la busta di pipì a terra suo propri posti, se vuole me lo può far sapere anche a me, interverro io in prima persona non si preoccupi, se c’è un zozzo va buttato fuori dal mercato a calci nel culo.