La scoperta è stata fatta dalle autorità italiane dopo un’indagine scattata grazie ad una segnalazione della Commissione Europea. La notizia che sta cominciando a far molto discutere è un’esclusiva del quotidiano LaStampa. Tutto questo accade dopo quanto stabilito dal nuovo governo Draghi che, come concordato con la Presidente della Commissione Europea, Von der Leyen, ha dato il veto alle esportazioni con l’estero (qui un nostro pezzo). È chiaro che si tratti di una quantità di vaccini imponente: per l’Ue è una fornitura pari al doppio delle dosi sin qui ricevute dall’azienda anglo-svedese (16,6 milioni), per i britannici quelle fiale sarebbero, invece, indispensabili per garantire a quasi 15 milioni di cittadini la seconda dose altrimenti il successo del piano vaccinale di Londra rischierebbe di sciogliersi come neve al sole.
Le manovre nascoste di AstraZeneca sono state scoperte grazie alla visita del Commissario europeo per il mercato interno francese, Thierry Breton, nello stabilimento di Leida, nei Paesi Bassi, gestito dalla Halix, uno dei due impianti utilizzati dalla casa farmaceutica per produrre il farmaco sul territorio dell’Unione Europea (l’altro è a Seneffe, in Belgio). Ma il punto è che, ad oggi, l’Ema (Agenzia europea per i medicinali) non ha ancora dato l’autorizzazione e senza il via libera queste dosi non possono essere consegnate ai Paesi Ue. Lo stesso discorso, però, non vale per il Regno Unito, che negli ultimi mesi del 2020 avrebbe importato i vaccini prodotti nello stabilimento olandese che avrebbe una capacità di sfornare anche 5-6 milioni di dosi al mese con un’intensificazione avvenuta già lo scorso dicembre dopo un accordo con AstraZeneca per la produzione del farmaco su larga scala. Il governo britannico aveva inviato alcuni dei suoi esperti per aiutare Halix a sviluppare le linee produttive.
Ma che fine hanno fatto, quindi, tutte le dosi prodotte dallo stabilimento olandese nei mesi scorsi? Fonti interne all’Ue hanno spiegato a LaStampa come sia “molto probabile che in una prima fase siano state spedite nel Regno Unito”, ma il flusso si sarebbe interrotto il 1 febbraio, quando è entrato in vigore il regolamento Ue per il controllo dell’export di cui parlavamo prima. Fonti ufficiali italiane sottolineano che il Governo ha ordinato un’ispezione ai carabinieri Nas svoltasi tra sabato e domenica e che i lotti ispezionati hanno destinazione Belgio. “Tutti i lotti in uscita da Anagni – assicurano le stesse fonti ufficiali italiane – vengono controllati dai Nas”. In ogni caso, negli ultimi due mesi è successo qualcosa ma AstraZeneca non ha fornito sufficienti spiegazioni a chiarire il caso: così è scattato il campanello d’allarme del Commissario francese Breton che ha segnalato immediatamente la situazione alle autorità italiane che hanno effettuato delle ispezioni nello stabilimento Catalent di Anagni, utilizzato da AstraZeneca per le operazioni di infialatura. Il primo rapporto spedito a Bruxelles dice che nei frigoriferi dei capannoni del sito laziale ci sono 29 milioni di dosi del vaccino. Le stesse fonti Ue hanno spiegato che, probabilmente, non tutte sono state prodotte da Halix ma sarebbero comunque fiale già pronte per essere iniettate che la casa farmaceutica puntava a spedire nel Regno Unito e non ai Paesi dell’Unione europea, nonostante i notevoli ritardi sulla tabella di marcia delle consegne concordate.
L’Ema non ha ancora autorizzato lo stabilimento di Halix perché AstraZeneca non avrebbe fornito tutti i dati necessari: il via libera atteso per domani potrebbe slittare di un’altra settimana. Si sospetta che il ritardo nel fornire i dati necessari all’autorizzazione sia frutto di una tattica dell’azienda per garantire al Regno Unito una corsia preferenziale nella consegna delle dosi come previsto dal contratto siglato con Londra. Lo stesso discorso si era già verificato a dicembre quando l’azienda con sede a Oxford non aveva presentato la documentazione richiesta dall’Ema per l’autorizzazione del vaccino. La mossa aveva già destato qualche sospetto visto che, in seguito, le dosi consegnate all’Ue sono passate dalle 120 milioni previste dal contratto a 90 milioni, poi ridotti a 40 ed infine a 30. Mancano pochi giorni ad aprile e ne sono state consegnate soltanto poco più della metà.
“Le notizie sulle 29 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca in un magazzino in Italia mi lasciano senza parole. Se sono vere, dimostrano che servono con urgenza restrizioni alle esportazioni. AstraZeneca dovrebbe chiarire immediatamente, altrimenti un’intera industria verrà messa alla gogna”. Lo dice il responsabile Salute del gruppo Ppe nel Parlamento Europeo, Peter Liese, tramite i social network dopo le notizie che riferiscono del ritrovamento delle milioni di dosi nei magazzini della Catalent di Anagni. “AstraZeneca si è impegnata a consegnare all’Italia nel primo trimestre 180 milioni di dosi del vaccino anti Covid-19 e ha promesso di consegnarne 30 milioni, tuttavia non siamo ancora vicini a questa quantita”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombroskis rilevando che il gruppo anglo-svedese è molto lontano dal rspetto degli impegni contrattuali sulle consegne. Come riporta l’AdnKronos, “sta alla compagnia” anglosvedese “chiarire quali intenzioni ha”, riferendosi allo scandalo delle dosi scoperte ad Anagni. Sulle 30 milioni di dosi nascoste ad Anagni è arrivata anche la reazione del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, intercettato dai cronisti in Senato. “Sono caduto dal pero. Mi sono attivato e sto cercando di capire io stesso. Certo, 30 milioni di dosi mi sembra un numero francamente impossibile. Ma fosse anche una sola bisognerebbe spiegare”, ha dichiarato.
“Non rispettano gli impegni”. Il governo francese ritiene che AstraZeneca non stia onorando gli impegni presi in relazione ai vaccini contro il Covid-19. Lo ha dichiarato alla stampa il portavoce, Gabriel Attal. “La situazione è completamente inaccettabile” ha dichiarato dopo una riunione di gabinetto, come riporta l’agenzia Reuters.
Fonte Il Giornale
Commenta