Giovedì 1 aprile 2021, alle ore 19,00, sarà inaugurata online, sui canali digitali del Museo FRaC e del Comune di Baronissi, la mostra GIANNI ZANNI IN CŒNA DOMINI (FB https://www.facebook.com/FRaCBaronissi – Web www.comune.baronissi.sa.it – IG @museofrac).
Curata da Massimo Bignardi, la mostra presenta venticinque opere realizzate dal fotografo pugliese, dedicate agli oggetti e alle pietanze che richiamano il tema dell’Ultima cena, così come interpretati da significativi dipinti della storia dell’arte.
“Quello di Zanni – precisa Bignardi – è, da oltre quarant’anni, un modo di porsi frontalmente all’oggetto che, scatto dopo scatto, diviene soggetto di una narrazione di forte valenza immaginativa. Anche in questa serie di lavori, dedicati a interpretazioni dell’Ultima cena, ha saputo intrecciare le inquadrature sperimentate nella sua esperienza di fotografo, interessato anche allo still life, con quelle archiviate nella memoria, ben alimentata da immagini tratte dalla storia dell’arte.
Ho posto a confronto due analoghe interpretazioni di quel genere che è la ‘natura morta’ e ne ha ricavato un racconto che, più di aprire lo sguardo all’intera scena leonardesca, si sofferma sui primi piani, sui dettagli. La tavola imbandita, non poteva essere diversamente, è quella tipica della tradizione pugliese”.
Questo lavoro, scrive Zanni nella dichiarazione di poetica contenuta nel catalogo online pubblicato da Gutenberg Edizioni, “vuole essere una rielaborazione in chiave fotografica del menù dell’ultima cena del Cristo rappresentata da diversi artisti nei secoli passati e di cui certamente il più conosciuto è il Cenacolo di Leonardo.
Gli still life fotografici realizzati rappresentano la trasposizione nella cultura gastronomica pugliese delle pietanze presenti sul tavolo del famoso affresco leonardesco e non è stata una impresa particolarmente ardua ritrovare numerose similitudini tra la raffigurazione leonardesca e quella concretezza del cibo presente nella tradizione gastronomica e sulle tavole delle feste natalizie e pasquali delle varie località e pugliesi.
[…]La libertà che mi sono concesso è stata quella di ritrovare, per poi trasporle in immagini fotografiche, le varie declinazioni della stessa forma di cibo e un esempio per tutti vale l’immagine del pesce, emblema indiscusso della simbologia cristologica, nonché pezzo forte dei finissimi pasticceri salentini nella versione realizzata in pasta di mandorla”.
“Tra pochi giorni saremo a Pasqua – afferma il sindaco di Baronissi, Gianfranco Valiante – e ancora, nonostante tutti i grandi sacrifici e gli sforzi che hanno contraddistinto un anno, la malattia pandemica ci costringe a star distanti, a tener chiuse le strutture culturali, quei luoghi ove la comunità ritrova lo spirito che accomuna gli animi.
Abbiamo scelto come Comune di Baronissi, a partire da questa mostra, di dar maggiore spazio alle iniziative programmate e realizzate dal Museo-FRaC per la Settimana Santa. È un segnale forte che, pur nel rispetto delle norme ministeriali e regionali, mira a tenere insieme la nostra comunità nei valori della fratellanza e della solidarietà”.
“La natura morta – osserva Pino Perna – si fa sostanza immortale. Galleggiano ampolle diafane. Calvo e solitario, come il Golgota, un pane mostra la sua Croce. Pesci e anguille, scampati alla miracolosa moltiplicazione, cercano la resurrezione in un bagno di fluorescente purezza. Luccicano rubini nelle interiora del melograno.
Il Grande Assente mostra il suo sangue che riluce nel fico ferito, nel grumo del gelso, nel vino liberato nel calice, ed ancora versato nelle traslucide sfere delle ciliegie, rappreso e disseccato nel ravanello. Altri frutti attendono rassegnati che la luce li dissolva in pura e astratta visione. La luce è immortale. la vera sacra reliquia è la luce. La fotografia è la custode della luce. I veri credenti sono i fotografi”.
La mostra è visibile online fino al 25 aprile e sarà riproposta in presenza, nel corso dell’anno.
Gianni Zanni nasce a Bari ove vive e lavora. Si occupa di fotografia dalla metà degli anni Settanta avvicinandosi inizialmente alla tradizione e alla cultura materiale e subalterna pugliese; ha fotografato per diversi anni i diversi aspetti dell’artigianato artistico e le feste popolari in Puglia.
Dopo velleitari tentativi di laurearsi in Ingegneria si iscrive al corso di scenografia presso l’Accademia BB.AA. di Bari, diplomandosi con lode e il massimo dei voti; partecipa alla fondazione della Galleria SpazioImmagine insieme ad altri operatori culturali locali avendo iniziato ad interessarsi della fotografia del nuovo paesaggio già dall’inizio degli anni Ottanta.
Ha frequentato workshop con diversi qualificati autori tra i quali ci piace ricordare Italo Zannier, Mario Cresci, Gabriele Basilico, Guido Guidi e Domingo Milella. Una successiva esperienza lo ha portato a dirigere, insieme ad altri fotografi di Bari, la Galleria La Corte Fotografia e Ricerca; in questa occasione sono stati presentati diversi autori del nuovo panorama fotografico italiano.
Nel 2011 è chiamato da Italo Zannier per presentare le sue foto presso il Padiglione Italia in occasione del Salone della Biennale di Venezia a Bari. Dopo aver conseguito l’abilitazione all’insegnamento delle materie Tecnica e Storia della Fotografia e Elaborazione digitale delle immagini presso l’Università Ca’ Foscari, ha insegnato come docente di ruolo presso Istituti Professionali ad indirizzo grafico e fotografico e numerose strutture di formazione professionale.
Sue foto si trovano presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma, la Fondazione Pascali in Polignano e l’Università degli Studi della Basilicata Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo. Nel 2018 il Complesso di Santa Maria della Scala, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali, dell’Università di Siena, organizza una sua mostra personale dal titolo “BIANCOCRETTO”, un ciclo di fotografie dedicate al celebre Cretto di Alberto Burri a Gibellina Vecchia.
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