Pochi i cambiamenti previsti rispetto alla situazione in cui si trova l’Italia ora. Molte delle regioni già in fascia rossa vi rimarranno. Rischio di maggiori restrizioni in Sicilia.
Va prima di tutto ricordato che tutta Italia sarà in zona rossa nei giorni del 4, 5 e 6 aprile, in occasione delle vacanze di Pasqua
Dopodiché torneranno in vigore i colori, ma solo l’arancione e il rosso, e non il giallo, come stabilito dal nuovo decreto legge Covid, fino al 30 aprile. Il decreto prevede però una verifica a metà mese: se la situazione epidemiologica lo consentirà, si valuterà la possibilità che le zone dove la diffusione del virus è più contenuta possano tornare in giallo e, dunque, procedere ad alcune riaperture
Sono 12 le regioni (compresa la provincia autonoma di Trento) attualmente in zona rossa. Molte di queste hanno ancora parametri alti e probabilmente resteranno dunque in questa fascia di rischio. Si tratta di Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna, Puglia, Lombardia, Toscana e Marche
Per la Lombardia, il governatore Fontana ha già spiegato: “Certi dati stanno migliorando, come l’Rt che si è abbassato in maniera considerevole, ma abbiamo ancora valutazioni negative legate a occupazione di ospedali e terapie intensive. Penso che saremo zona rossa per tutta la settimana di Pasqua. Mi auguro che finito il periodo delle vacanze pasquali si possa ricominciare a respirare”
Ancora zona rossa anche per la Toscana, entrata in questa fascia da una sola settimana. Dovrebbe rimanere sicuramente rossa fino al 12 aprile. “Quanto resterà in zona rossa la Toscana? Non lo so. Non voglio pronunciarmi – ha detto il governatore Giani – su questi dati che in questo periodo sono assolutamente oggettivi”
Anche l’assessore regionale alla Sanità pugliese, Pier Luigi Lopalco, ha spiegato che “difficilmente, subito dopo le festività pasquali, potremmo essere fuori dalla zona rossa“. La Puglia dovrebbe quindi restare nella massima fascia di restrizioni
Per Calabria, Veneto e provincia di Trento i dati sono in miglioramento, ma c’è ancora incertezza su un possibile cambiamento verso l’arancione
Il governatore del Veneto, Zaia, non è comunque pessimista su un possibile ritorno in area arancione: “I dati del Veneto non sono aggressivi e in crescita, auspico – ha detto – che ci sia una inversione di tendenza. L’ Rt è a 1.12 , incidenza a 226,8 sotto la soglia del 250, le terapie intensiva sotto soglia 30. Se saranno confermate le nostre proiezioni noi auspichiamo un passaggio di colore”
Discorso diverso per la Campania, visto che ha già da due settimane numeri in linea per passare in arancione
Chi rischia invece di passare dall’arancione al rosso potrebbe essere la Sicilia. Il 31 marzo sono state istituite altre sei zone rosse. Diventano, così, 27 sul territorio regionale. Da considerare anche il caso dei falsi dati sull’emergenza Covid, che ha portato a tre arresti e alle dimissioni dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e il “riallineamento” che ha fatto schizzare verso l’alto alcuni indicatori
La Liguria dovrebbe confermare l’arancione. Il governatore Toti negli scorsi giorni aveva parlato di “una Liguria a 2 velocità”, con zone ad alta incidenza di contagi e altre meno. Poi, l’1 aprile, la decisione: zona rossa nel Ponente ligure, nelle province di Savona e di Imperia, da venerdì 2 aprile, fino a domenica 11 aprile compresa
Confermata la permanenza del Lazio in zona arancione, dove la Regione è approdata da una sola settimana
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