Neanche il tempo dell’atterraggio del velivolo che trasportava in Italia questa nuova fonte di speranza, che il siero è stato sospeso dall’altra parte dell’Oceano Atlantico.
Dobbiamo ancora avere speranza?
Il quesito coinvolge tutti gli italiani che si trovano ad affrontare la fase più complessa della pandemia.
L’ultimo sforzo di lavoratori e imprese fermi,
non sembra essere proporzionale con il livello di diffusione del contagio.
I numeri sono alti, e la media di decessi quotidiana poco coerente con le forzature imposte dal Ministero della salute e dal Comitato Tecnico Scientifico.
Le proteste non cessano e il paese ha voglia di ripartire, ma al contempo chiede garanzie anche per quanto concerne la sicurezza sanitaria.
Roberto Speranza continua nel suo invito di mantenere alta la guardia e non si sbilancia sulle prossime fasi.
La promessa di vaccinare tutta la popolazione entro l’estate sembra oggi avere la stabilità della sua poltrona nell’esecutivo.
Una parte della maggioranza lo considera intoccabile, in quanto è il ponte tra il Pd guidato da Letta e il movimento rifondato da Giuseppe Conte. Ma gli altri partiti di maggioranza gli stanno con il fiato sul collo, la gestione dei vaccini e il caso Ranieri Guerra non fanno dormire sonni tranquilli a Roberto Speranza.
Dopo essersi defilato pubblicamente sull’inchiesta della procura di Bergamo, ha anche smentito le dimissioni.
La speranza è la fiduciosa attesa di un bene che quanto più desiderato tanto più colora l’aspettativa di timore o paura per la sua mancata realizzazione.
Il ministro continua a soffermarsi più sulla colorazione dell’Italia in zone che sul piano di vaccinazione, ma gli italiani chiedono risposte e si continuano ad interrogare sull’alimentazione delle loro speranza di vedere la luce in fondo al tunnel.
Olindo Nuzzo
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