Era vero allora ed è più vero oggi, anche se non sembra molto diffusa la convinzione che distruggere o avvelenare il territorio significhi arrecare un danno, in proporzione, alla nostra vita.
Ovviamente, lo stesso discorso può essere fatto per qualsiasi bene non riproducibile come, ad esempio, le spiagge ed il mare che, una volta occupate o inquinate, si trasformano davvero nella ‘fossa della calce’ del Nonno. Ci possiamo buttare solo i rifiuti. E, qualcuno già lo fa.
Così, con riferimento alla progettata cementificazione di Capitolo San Matteo per il Polo della Nautica, con la distruzione dell’ultimo lembo di spiaggia libera a est, abbiamo immaginato una alternativa soluzione proponendo, Mercoledì scorso, di ‘specializzare’ lo scalo commerciale per consentire anche l’insediamento delle aziende nautiche. Avremmo più lavoro di qualità e una Città con maggiore qualità.
In effetti, se è giusto dare una risposta a chi ha la barca, non è certamente giusto, per questa finalità, ‘sciupare un bene comune’ e sottrarre una spiaggia che consente ai residenti più deboli di fare un bagno in Città, sia pure con l’acqua a volte marrone. Del mare, come abitanti di una ‘Città di Mare’, dovremmo essere tutti orgogliosi beneficiari.
Ricordiamo, in merito, che per il Polo della Nautica si dovrebbero spendere dai 20 ai 25milioni di euro solo per fare il molo a mare, lungo 300 metri, ed altri ancora per coprire di cemento tutto il tratto di costa, di ca 790 metri, tra l’ultima rotatoria della litoranea e quella immediatamente prima del fiume Picentino.
Per realizzare tutto ciò, con determina n. 3743 del 05/08/2020, il Comune ha affidato la progettazione delle opere a mare al costo di € 143.477,38 corrispondendo anche un anticipo di € 74.608,23 (fonte: Comune).
Così, mentre a Bagnoli, a Napoli, si toglie la colmata dell’ex Italsider per ridare la spiaggia ai cittadini, da noi si toglie la spiaggia ai cittadini per dare spazio ad una colmata. Sembra ci sfugga qualcosa.
La settimana scorsa, abbiamo osservato che il Polo chiuderà a ‘tappo’ la Città verso Pontecagnano e che, oltre alla spiaggia del Capitolo, perderemmo anche quella posta tra il Marina Arechi e la rotatoria, lunga ca 1,3km, semplicemente perché diverrebbe non balneabile. In totale, corriamo il rischio di ‘sciupare’ 2Km di mare.
Intanto, come riportato dalla stampa alcuni mesi fa, sugli stessi 2Km sarebbe programmato un innovativo ‘parco dunale’, con relativo ripascimento della spiaggia, immaginato dall’architetto spagnolo Manuel Ruisanchez. La stampa ha anche dato notizia di una determina del Comune per l’affidamento delle ‘attività di verifica del progetto definitivo ed esecutivo’ al costo di € 320.000,00 (fonte: LaCittà). Non sappiamo. Ci limitiamo a riportare l’informazione con la speranza di essere smentiti. Perché, prevedere due interventi, assolutamente incompatibili, sulle medesime aree ci sembra quantomeno bizzarro. Pagare due incarichi, poi, certamente eccessivo. Così, vien da chiedersi cosa si voglia davvero fare sull’ultima spiaggia libera della Città. Anche qui, sembra che ci sfugga qualcosa.
La nostra costa è lunga, più o meno, 11,5Km. Tolto il porto commerciale, si riduce a 9,5Km, tolto il lungomare fino al fiume Irno, si riduce a 7,9km, tolto il porticciolo di Pastena, si riduce a 7,2km, tolte le ex Colonie, Torre Angellara fino al Marina Arechi, perché non balneabile PERMANENTEMENTE. si riduce a 5,9km, tolto il Capitolo fino al Picentino, si riduce a 5,1km. Se togliamo anche i 620m ad est della foce dell’Irno, spesso fortemente inquinati, e 1,3Km dal Marina Arechi ad inizio Capitolo, resta una lunghezza di soli 3,2Km, in massima parte assegnati in concessione, che si ridurrebbe ancora se si facesse anche il porto di Pastena.
Concludendo, per la libera fruizione, i cittadini possono utilizzare poche centinaia di metri (facendo salvo ogni errore di calcolo). La nostra, è ancora una Città di Mare?
C’è chi pensa di sì, visto il progettato ripascimento del lungomare, tra Santa Teresa e ‘Masuccio’, per dare più spiaggia in centro e, forse, per compensare quella che si perde altrove. Ma il mare del lungomare NON E’ BALNEABILE PER LEGGE, oltre che per inquinamento, perché è area portuale, come ogni anno puntualmente confermato con decreto Regionale (fonte: Regione). E, quindi, a cosa potrà servire una spiaggia se, di fatto, non si potrà neppure mettere un dito in acqua e, con la polvere di cava come sabbia, non si potranno fare neppure le sabbiature?
Il lungomare, nei fatti, è già una ‘fossa per la calce’. Spendere soldi per ‘coltivarlo’, sembra proprio inutile. E, allora, se davvero si vuole puntare sul turismo e sulla nautica, le stesse cifre potrebbero essere più proficuamente utilizzate per risolvere altre criticità con ben maggiori benefici per la Comunità.
In Città c’è carenza di posti-barca, si dice, e, comunque, il progetto di Capitolo San Matteo non prevede approdi, salvo errore. Bene, con il prolungamento del molo di sopraflutto del ‘Masuccio’, peraltro già previsto, e l’allungamento verso ponente della banchina sotto-piazza, il porticciolo potrebbe almeno raddoppiare la capienza e divenire un vero ‘borgo marinaro’, che non abbiamo mai avuto, con bar, attività di ristorazione, artigiani del settore e locali per respirare e vivere quotidianamente il rapporto con il mare.
Posizionato al ‘centro del centro’, sarebbe luogo di grande vitalità, un’area dove ormeggiare la barca, a basso costo, per entrare immediatamente a contatto con le attività commerciali, con la creatività del nostro saper fare e con le specialità della nostra cucina mediterranea.
Chi è stato a Trani, o altrove, conosce il fascino del porticciolo circondato dalla passeggiata a mare.
Poi, due gallerie sotterranee potrebbero creare un collegamento con aree di parcheggio al di sotto di P.za della Concordia e di P.za Mazzini, mentre le superfici a piano strada, trasformate in verde urbano, offrirebbero servizi di pubblica utilità in strutture leggere, in legno e vetro, quali: pronto intervento sanitario, stazione di polizia, informazione turistica, telefoni pubblici, servizi igienici, biglietterie, stazione taxi, capolinea autobus, con spazi di riposo e di sosta per cittadini e turisti. Una ‘via dell’arte’ potrebbe accompagnare i viaggiatori verso la Stazione Ferroviaria con panchine e fioriere in ceramica e postazioni fotografiche con le immagini delle località più note e affascinanti del nostro territorio.
Un progetto di qualità, coerente con la nostra natura di Città mediterranea, esprimerebbe pienamente la sua vocazione turistica e sarebbe prova del suo livello di civiltà in termini di servizi, di attenzione verso l’ambiente, di qualità della vita.
Le spiaggia e il mare sono ricchezze di tutta la Comunità e debbono divenire una risorsa economica nell’interesse di tutti. Non possono trasformarsi in ‘fosse per la calce’, perché non se ne producono più.
Salerno è una Città di 129.000 abitanti, non è una metropoli. Ha bisogno di progetti equilibrati e commisurati alle risorse, alla vocazione e alla sua identità, non di mettere le scarpe tacco 12 o gonfiare le labbra con il botulino.
Questa Città ha bisogno di amore e, talora, anche di fantasia.
e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com
pagina fb: Associazione io Salerno
Amministrazione senza un briciolo d’amore, ovviamente ma soprattutto senza competenza!!!! Salerno va solo cementificata, secondo gli incapaci di cui sopra. Tutto il Resto, tra cui la qualità e il benessere dei cittadini, non contano assolutamente niente. Salerno semplice “città sul mare”, non “città di mare”. Purtroppo, ribadisco, l’incompetenza e l’ignoranza di chi non sa amministrare produce solo quello che abbiamo visto in questi ultimi trent’anni e i progetti di cui sentiamo parlare.
Vero caro cittadino, ma anche il vecchio sindaco che loro sostengono cementificava a sud e ci privava del mare con case sulla riva ed il porto….