Effetto Covid, con smart working si va via dalle città: come cambia il mercato immobiliare

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Il lavoro a distanza, innescato su larga scala dalla pandemia, sta già modificando il settore di case e uffici. In molti hanno scelto di spostarsi verso i piccoli paesi, magari in aree interne, dove la vita non è frenetica e non mancano ampi spazi o giardini. Anche Confedilizia ha confermato che la tendenza dei trasferimenti lontano dai grandi centri ma in abitazioni più grandi e con spazi aperti è già in corso

Tra i molti modi di essere applicato, ha avuto una conseguenza non proprio nascosta sulle città italiane: la fuga verso i piccoli paesi, magari in aree interne, dove la vita non è frenetica e dove non mancano ampi spazi o giardini. Ma dove lavorare da ‘remoto’ è naturalmente possibile

Il concetto è che dovendo lavorare da casa, lontano dall’ufficio, non è importante quanto sia quel “lontano”. Come spiega il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa – la “tendenza è già avviata”

La fuga dalle città per “chi può farlo in tutto, o almeno in parte – ha messo in evidenza in un’analisi fatta per il Res Day ‘Real estate strategies’, e dedicata alla situazione del patrimonio immobiliare dopo un anno di emergenza da Covid-19 – “cambierà il mercato immobiliare, sia il comparto abitativo che quello non abitativo, del commerciale e degli uffici”

Due gli elementi da prendere in considerazione – che “già stanno accadendo e che accadranno sempre di più in futuro” – proprio perché case e uffici sono “due comparti” che “in Italia sono particolarmente legati, spesso intrecciati anche per la nostra conformazione storica”

Il primo, per “l’abitativo c’è una tendenza in corso, e vediamo come evolverà, a trasferirsi in piccoli centri, in abitazioni più grandi, con spazi aperti

La seconda è la riduzione degli spazi di lavoro in senso fisico e chi riduce invece soltanto gli spazi destinati a dipendenti e collaboratori e decide di dedicarli ad altro

Secondo Spaziani Testa, il trasferimento “nei piccoli centri, cosa che può comportare la rinascita di certe aree interne“, potrà avere “riflessi in termini di prezzi e del numero di compravendite sulle città piccole o medio grandi del nostro Paese”

Anche “la conferma di misure a favore dell’acquisto della prima casa da parte di giovani coppie potrebbe incidere in positivo”, rileva Spaziani Testa, ricordando che di questo se ne parla nel Def

E che pur non essendoci ancora testi legislativi, da un lato sarebbe nei fatti “un sostegno a chi non riesce ad affrontare l’acquisto per l’impossibilità di godere di una prima somma a disposizione”, cioè un anticipo, “arrivando così quasi a un finanziamento al 100%”

Dall’altro sarebbe, “anche sul piano psicologico, una spinta in più all’acquisto” della “prima casa attraverso una garanzia statale sulla parte che molti giovani non riescono a coprire”. In città o piccolo paese che sia

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