Per far fronte alle difficoltà economiche amplificate dell’emergenza coronavirus, il governo metterà a disposizione altri 500 milioni di euro, da destinare ai Comuni, per aiutare le famiglie meno abbienti a fare la spesa ma anche per pagare affitto e bollette
Rispetto ai decreti precedenti la novità è proprio che i soldi stanziati potranno essere utilizzati non solo a fini alimentari ma anche per pagare canoni di locazione e utenze domestiche
Il fondo sarà da ripartire, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, con decreto del ministro dell’Interno, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, previa intesa in conferenza Stato-città ed autonomie locali
I 500 milioni di Euro saranno ripartiti ai Comuni secondo due criteri: una quota pari a 250 milioni di euro (il 50% del totale) verrà ripartita in proporzione alla popolazione residente di ciascun Comune
La restante quota del 50%, pari a 250 milioni, verrà ripartita in base alla distanza fra il valore del reddito pro capite di ciascun Comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione. I valori reddituali comunali sono quelli relativi all’anno d’imposta 2018
ll contributo assegnato a ciascun Comune non può essere inferiore a 600 euro. Il decreto prevede che la quota assegna in base alla popolazione residente può essere ridotto ai Comuni con popolazione maggiore a 100.000 abitanti per assicurare il rispetto di tutti i criteri
Il testo del decreto non aggiunge altro sulle modalità di distribuzione dei buoni. È probabile che si seguirà la linea del precedente dl Sostegni, cioè verrà lasciata grande libertà agli enti territoriali nella scelta dei requisiti e dei parametri di assegnazione
Ad esempio nel dl Sostegni, la linea adottata da molti enti locali prevedeva differenze a seconda del numero di componenti del nucleo familiare, accesso solo con Isee inferiori a una certa soglia, priorità a nuclei con minori o disabili, o con persone che hanno perso il lavoro a causa della pandemia o che non beneficiano di altre forme di sostegno
Nei decreti precedenti, i buoni spesa generalmente venivano erogati tramite carte prepagate, voucher o ricarica su codice fiscale, e possono essere spesi presso i negozi e i supermercati convenzionati. In ogni caso non è prevista la conversione in denaro contante del buono spesa, nemmeno sotto forma di resto in sede di acquisto dei beni
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