Nelle stesse ore in cui Speranza passava da un incontro a un altro nella sede dell’università di Oxford, che ha visto la nascita del siero poi prodotto da AstraZeneca, a Palazzo Chigi il governo trovava (faticosamente) l’accordo sui posti a tavola nelle zone bianche. Questione minore, che però consente al ministro di rilanciare i punti chiave della sua strategia per contrastare il Covid-19: «Dobbiamo andare avanti con l’approccio della gradualità e riaprire le attività un passo alla volta, con fiducia e cautela, perché se corriamo troppo rischiamo di pagare un prezzo».
Anche oggi che «le cose vanno meglio», per Speranza «quella della prudenza è la strada giusta, condivisa da tutti i ministri della Salute del G7». E condivisa anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che a Palazzo Chigi descrivono in «sintonia totale» con Speranza anche sulla questione dei ristoranti. I ministri, i presidenti delle Regioni e i tecnici del governo sono stati impegnati in un lungo braccio di ferro sul numero massimo di commensali. I governatori spingevano per un massimo di 8 persone allo stesso tavolo in zona bianca, ma secondo Palazzo Chigi quel numero non è mai stato preso in considerazione da Draghi, né da Speranza. Per il ministro della Salute sarebbe sbagliato deviare all’ultimo miglio, perché «purtroppo il rischio varianti non è affatto scongiurato».
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