Dal governo traspare ottimismo, non ci sono preoccupazioni particolari e fonti dell’esecutivo assicurano che “la campagna vaccinale italiana procederà con la stessa intensità di prima”. Soprattutto grazie agli arrivi dei vaccini a mRna: “Oltre 55 milioni di dosi Pfizer e Moderna” che verranno consegnati tra giugno e tutto il terzo trimestre.
Il rischio del rallentamento, però, c’è: “Se si fa un piano che poggia su 4 gambe più una che poteva essere Curevac e se poi una di queste gambe viene azzoppata o limitata è chiaro che tutti i piani si rivedono – afferma Figliuolo –. Non faccio fosche previsioni, sono convinto che a settembre chiudiamo, ma se dovessimo aggiungere un’altra platea, ad esempio 6-15 anni, se Curevac non arriva e se ci sono altri intoppi è chiaro che non ce la faremo”.
I dati forniti da Figliuolo al Cts prevedono che entro la fine del mese arriveranno 7,2 milioni di dosi di vaccini a Rna messaggero: 5,8 di Pfizer e 1,4 di Moderna. A cui aggiungerne 45 milioni nel terzo trimestre (31 di Pfizer e 14 di Moderna), per un totale di 52,2 milioni. Se si aggiungesse anche Curevac, ancora non approvato da Ema, si arriverebbe a 58,7 milioni. Di conseguenza resteranno più dosi di AstraZeneca e Johnson & Johnson inutilizzate, non impiegabili per gli under 60. Secondo i calcoli di Figliuolo sono circa 3,5 milioni gli over 60 da vaccinare, più 3,9 milioni di persone della stessa fascia d’età in attesa della seconda dose con AstraZeneca.
Che fine faranno le dosi di AstraZeneca
Nel prossimo trimestre arriveranno 9,5 milioni di dosi AstraZeneca, da sommare a quelli che arriveranno entro fine giugno per un totale di 15 milioni. “Se tutti gli over 60 dovessero essere vaccinati con prima dose AstraZeneca sarebbero 3,5 milioni, per due dosi siamo a 7 milioni”, spiega ancora Figliuolo. Con gli over 60 in attesa della seconda dose “impiegheremmo quasi tutto il potenziale”, aggiunge il commissario. Ma solamente se le Regioni dovessero somministrare solamente questo vaccino agli over 60, diversamente da quanto avviene in alcune Regioni.
Delle dosi, quindi, avanzerebbero, e potrebbero essere destinate al programma Covax, come assicura anche Figliuolo: “Se dovessero rimanere questi vaccini sarebbero utilmente impiegati per i Covax con le prescrizioni sanitarie previste in quei Paesi”.
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