Siamo le cittadinə queer salernitanə, siamo lə studentə maleducatə che vengono discriminatə ogni giorno della nostra vita nei luoghi della formazione, quando dobbiamo cercare un lavoro per sopravvivere, negli autobus che prendiamo per attraversare i nostri paesi e le nostre città e nelle strade su cui camminiamo di giorno e di notte.
La discriminazione e la violenza che viviamo sono conseguenze della cultura cisgender etero patriarcale binaria. Non possono essere contrastate con la minaccia di una pena ma esclusivamente tramite una decostruzione del modello culturale.
È necessario quindi partire dai luoghi della formazione.
Non possiamo più permetterci di non fare educazione sessuale, all’affettività e alla diversità nelle scuole. Un’educazione che dìa uguale spazio a tutte le identità di genere, gli orientamenti sessuali e alle diverse forme si affettività e sessualità. Vogliamo carriere alias nelle scuole che non impongano l’inizio di un percorso di transizione. Vogliamo Centri Anti Violenza dentro e fuori i luoghi della formazione.
Vogliamo una città inclusiva e accogliente.
Vogliamo spazi, bagni e servizi che non discriminino le persone non aderenti alla norma binaria.
Vogliamo poter vivere Salerno come città che permetta la piena autodeterminazione delle soggettività che la attraversano.
Dobbiamo dare centralità alle persone discriminate e soggette alla violenza patriarcale, ascoltando le voci della comunità queer in tutte le sue componenti, soprattutto quelle più invisibilizzate come le comunità Trans*, non binarie, asessuali, aromantiche e intersex.
È arrivato il momento di dare visibilità anche a tutte le soggettività razzializzate che sono soggette ad una doppia discriminazione: in quanto persone appartenenti alla LGBTQIA+ e persone non bianche.
Non vogliamo vedere ennesimi casi di pink-rainbow washing attuati sia da istituzioni sia dalle multinazionali che sotto una bandiera arcobaleno cercano di farsi una facciata “gay-friendly” in modo puramente strumentale.
Rifiutiamo la medicalizzazione e la psichiatrizzazione forzata dell3 bambin3, dell3 ragazz3 e delle persone queer, vissuta in particolar modo nelle comunità Trans*, non binarie, intersex, asessuali e aromantiche.
Vogliamo una liberazione totale, distruggiamo questi modelli limitanti e liberiamo la infinite possibilità di definizione della nostra identità di genere, al di là di quelli che sono gli stereotipi e le aspettative della società perbene che vogliono incasellare le nostre vite e tenerci a bada.
Vogliamo uscire e riappropriarci delle strade e dello spazio pubblico.
Vogliamo attraversarli fier3 e sicur3 nei nostri corpi.
Per questo saremo in piazza Sant’Agostino venerdì 25 giugno dalle h 17 per il pride salernitano, un momento libero e aperto a tuttə.
ecco le priorità di questo governo su commissione dei poteri forti sovranazionali, con una situazione portata VOLUTAMENTE allo sfascio con migliaia di morti ammazzati dai protocolli criminali e spacciati per morti a causa del “virus”, questi pensano agli arcobaleni e a FARE DISCRIMINAZIONE, creando leggi per discriminare il “comunissimo” maschio o una comunissima “femmina” bianca … Se io facessi una manifestazione chiamata “pride male” o “orgoglio maschio” sarei subito bollato come omofobo, mentre se loro fanno “orgoglio gay” non sono -fobi, vero???
La gente non vi seguirà mai, proprio perchè con queste manifestazioni siete la VERA discriminazione. Che poi non vi accorgete che in questo modo costringete la gente a DIRE la propria tendenza o gusto sessuale, di fatto creando una discriminazione che PRIMA NON C’ERA!
Lo capite o no??? Lo scopo è tutt’altro, purtroppo