L’evento, che riguarderà anche Napoli con l’esposizione di materiali provenienti dagli scavi più recenti della Metropolitana e dei lavori effettuati per la realizzazione dell’Alta velocità, è stato presentato questa mattina al Caffè Gambrinus di Napolil, alla presenza dell’assessore regionale ai Beni Culturali della Regione Campania, Pasquale Sommese. Che illustra così gli obiettivi del progetto pilota: “Il fine ultimo di questa iniziativa che la Regione finanzia – spiega – è la creazione di un sistema di valorizzazione e promozione del patrimonio artistico. Bellezze archeologiche e paesaggistiche, arte, grandi eventi devono fare parte di un unico contenitore con lo scopo di far conoscere all’esterno una sorta di sistema Campania. Su questo aspetto insisto particolarmente – aggiuge – perché ritengo necessaria la collaborazione tra istituzioni al fine di raggiungere un obiettivo comune, che è quello della crescita complessiva della nostra regione”.
Il riferimento è al caso di Piazza Plebiscito, dimostrazione evidente, secondo Sommese di come “non si fa sistema”. “Ognuno – dice l’assessore – deve fare la propria parte: la Regione programma e non è solo ente finanziatore, il Comune garantisce il decoro della città, l’accoglienza e la sicurezza, la Soprintendenza accompagna questi processi affinché vengano ultimati nel migliore dei modi. Per far crescere il sistema tutti, dagli Ept alle Camere di Commercio al Comune e alla Regione devono remare nella stessa direzione”. Per Adele Campanelli, soprintendente per i beni archeologici di Salerno, Benevento, Avellino e Caserta, “una terra come la Campania può raccontare storie fantastiche in maniera del tutto innovativa.
Con questo progetto prendiamo dei reperti archeologici, alcuni esposti per la prima volta, e offriamo loro l’occasione di non essere dimenticati. Così come vogliamo mettere in risalto, attraverso il racconto e la valorizzazione di questi beni, l’enorme lavoro realizzato da quegli studiosi ai quali viene affidata la missione di tramandare la storia. Quello che vogliamo fare, a conclusione del progetto, è dare ai visitatori un motivo di interesse per apprendere la storia che non conoscono. Qui da noi la gente va a vedere i siti archeologici non perché glielo insegnano a scuola, come accade in Inghilterra, ma per interesse verso una storia, un racconto, una novità. E noi, con Immaginando le Città, diamo risposta a questa esigenza”
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