“Vogliamo avere certezze – ha commentato il Sindaco Cristoforo Salvati – rispetto al ruolo che il nostro Mauro Scarlato, divenuto baluardo a livello regionale per la lotta contro il Covid, avrà nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale. Oggi l’ospedale di Scafati è quasi vuoto. E’ drasticamente calato il numero dei contagi, così come quello dei pazienti bisognosi di assistenza ospedaliera”.
“Ci auguriamo, ovviamente, che la curva epidemiologica non riprenda a salire per far sì che si possa pianificare un percorso di riorganizzazione del presidio tale da restituirgli la dignità che merita. Non vogliamo sentire più chiacchiere. Chiederò un incontro al direttore generale dell’Asl, Mario Iervolino, affinché possa ricevere rassicurazioni sulla linea strategica che si intende adottare per evitare che l’ospedale di Scafati venga nuovamente declassato e mortificato, per riconoscere il lavoro prezioso di tutti gli operatori sanitari che, a vario titolo, in questi mesi, hanno lavorato con grande professionalità e spirito di sacrificio per garantire assistenza contro il Covid.
Chi deve, intervenga. Mi riferisco al presidente della Regione, Vincenzo De Luca e a tutti i consiglieri regionali della sinistra che sono venuti a Scafati in campagna elettorale a fare promesse e a chiedere voti ai nostri cittadini. Dove sono? Cosa stanno facendo per ridare dignità al nostro ospedale? Per mantenere le promesse fatte?”
“Abbiamo il diritto – ha aggiunto l’Assessore alla Sanità, Alessandro Arpaia – di conoscere quale destino è riservato al nostro ospedale che in questi mesi è stato punto di riferimento prezioso per la lotta contro il Covid. Abbiamo personale altamente specializzato, abbiamo una struttura attrezzata per affrontare qualsiasi tipo di emergenza. Non possiamo vedere, oggi, un ospedale vuoto e stare in silenzio”.
“Perché non ripristinare, intanto, il punto di primo intervento e prevedere anche attività non Covid, predisponendo accessi differenziati, in attesa che si possa pianificare una riorganizzazione della struttura? Vogliamo risposte, non accetteremo altre mortificazioni. Lo dobbiamo ai nostri medici, ai nostri infermieri, a tutti gli operatori sanitari che in questi mesi hanno lavorato, senza sosta, in prima linea, contro il Covid. Lo dobbiamo, soprattutto, alla nostra città”.
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