Cento anni fa, il 2 agosto 1921, si spegneva Enrico Caruso. Artista sommo, personaggio poliedrico che, a seconda del punto di vista, può essere considerato simbolo di aspetti diversi che hanno caratterizzato lo scorso secolo. Il Ravello Festival non poteva non ricordare il Maestro nella sua terra di origine.
Due i concerti organizzati dalla Fondazione Ravello che si inseriscono nel cartellone “Enrico Caruso 1921-2021. La voce, il mito” fortemente voluto dalla Regione Campania che omaggerà Caruso, fino al prossimo 31 dicembre, con una serie di iniziative non solo musicali.
Giovedì 29 luglio (ore 20), il primo dei due eventi ideati dal direttore artistico Alessio Vlad, vedrà sul Belvedere di Villa Rufolo uno dei più grandi tenori oggi in attività, Juan Diego Flórez che, darà vita ad un programma incentrato sul repertorio di Caruso, compresa quella “furtiva lacrima” di Donizetti legata alle vicende del suo rapporto con il San Carlo.
Juan Diego, durante la serata farà coppia con il soprano Marina Monzò, voce giovane e intrigante, sostenuto dall’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli, diretta da Nikolas Nägele, Kapellmeister della Deutsche Oper di Berlino. Il programma verrà inaugurato da un omaggio a Gaetano Donizetti, con la Sinfonia del Don Pasquale, cui seguirà “Una furtiva lagrima”, dall’Elisir d’amore, quindi, il tenore darà voce a Lord Edgardo Ashton, con “Tombe degli Avi miei… Fra poco a me ricovero”, dall’ultimo atto della Lucia di Lammermoor.
Dopo l’Intermezzo tutto strumentale dalla Carmen di Bizet, la Monzò sarà Juliette: suoi gli acuti e la fresca agilità richiesta per l’esecuzione della celebre ariette dell’atto I dall’opera Giulietta e Romeo “Je veux vivre dans le rêve”, prima di ascoltare le due voci in “Va! je t’ai pardonné!…Nuit d’hyménée”, in cui Gounod offre il meglio di sé, nell’intonazione febbrile del sentimento amoroso.
Enrico Caruso è stato anche simbolo dell’emigrazione dello scorso secolo, divenendo il massimo cantore del suo idioma musicale, che verrà evocato dall’interpretazione di tre celeberrime canzoni quali “Core ‘ngrato”, “’O sole mio” e “Torna a Surriento”. Ancora un intermezzo, stavolta quello della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, che introdurrà ad un finale tutto pucciniano.
Il secondo concerto, domenica 1 agosto (ore 20), vedrà protagonisti ancora due tenori, due stelle del Metropolitan di New-York, il teatro dove Caruso riscosse i suoi maggiori successi e consolidò la sua fama planetaria: Lawrence Brownlee e Michael Spyres. Ambedue hanno fatto del virtuosismo canoro la loro caratteristica principale così da essere considerati dei veri e propri “fenomeni vocali” e ambedue, accanto al loro repertorio più abituale, affronteranno il repertorio di Caruso, compresa quella “Serenata” di cui Caruso compose le parole.
Sul Belvedere saranno accompagnati dall’Orchestra Filarmonica Salernitana Giuseppe Verdi diretta per l’occasione da Michael Balke. I due tenori sono reduci dall’incisione del progetto, “Amici & Rivali”, per la Erato, in cui ridanno vita all’amichevole rivalità tra Nozzari e David, due fuoriclasse del belcanto ottocentesco.
Brownlee e Spyres saranno privilegiati interpreti del grande repertorio rossiniano composto per i teatri napoletani diretti dal Barbaja, che spazia dall’Otello alla Elisabetta Regina d’Inghilterra, fino a Ricciardo e Zoraide, al quale si aggiungeranno “Seul sur la terre” dal Don Sebastiano di Donizetti e l’ouverture “Al conventello”, composta da un Rossini, appena quattordicenne, per chiudere con l’intramontabile “’O sole mio”.
Omaggio a Caruso anche da Villa Rufolo: dal 28 giugno al 2 agosto la voce del grande tenore accompagnerà gli ospiti del complesso monumentale nella loro consueta passeggiata. Una playlist con i principali successi interpretati da Caruso, compresi i classici della melodia napoletana, potrà essere ascoltata in filodiffusione no stop tra i viali e i giardini della Villa.
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