Ora la situazione nell’immenso Paese sembra di nuovo volgere a una diffusione del virus senza grandi possibilità di contenimento.
Se il primo focolaio era stato identificato all’aeroporto di Nanchino(subito chiuso, la popolazione della città controllata tre volte), ora al centro delle preoccupazioni c’è di nuovo Wuhan, la metropoli dove tutto era cominciato nell’autunno del 2019.
Le autorità hanno ordinato di sottoporre a tampone tutti i residenti (11 milioni) dopo la segnalazione di sette casi nell’ultima settimana, i primi in dodici mesi.
Ma sono oltre trecento i contagi registrati in quindici province cinesi, tutti di variante Delta, e dunque giudicati molto pericolosi data la velocità di trasmissione del virus.
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Per le autorità è una conseguenza della stagione turistica interna, con milioni di persone in viaggio da una parte all’altra del Paese, eventi in presenza e, tutto sommato, la semplice frequentazione di parenti e amici.
Qui i pareri divergono. Oggi i contagi segnalati sono 90. E il centro della nuova diffusione da Nanchino si è spostato alla città di Zhangjiajie, nello Hunan: sarebbe stata la destinazione scelta da diversi viaggiatori arrivati attraverso l’aeroporto di Nanchino.
Alcuni di questi poi avrebbero partecipato a una serata teatrale e ora sono 5 mila i potenziali portatori di virus stimati che, a loro volta, sarebbero in grado di moltiplicare esponenzialmente la nuova ondata.
Le autorità ovviamente sono all’opera per rintracciarli: ma non è detto che ci riescano in tempo, e comunque la variante Delta, per le sue caratteristiche, è abilissima a sfuggire alle reti lanciate per fermarla.
La preoccupazione di Pechino è grande. E anche quella del resto del mondo, visto che resta sempre piuttosto farraginoso ottenere notizie verificate e attendibili — e in tempo reale — quando si tratta della Repubblica Popolare
E’ tornato al capolinea, quindi il covid è finito, fatevene una ragione